Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

1-54 Art Fair

Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

In tempi di emergenza da Coronavirus, vi racconto il mio viaggio in Marocco facendovi una confessione: non volevo più tornare a casa! 😉

Il “mal d’Africa” esiste, ve lo assicuro!

Gli inglesi, che purtroppo in fatto di colonie ne sanno fin troppo, lo definiscono “africa blues“.

Non ero mai stata nel continente (fatta eccezione per qualche scappata in villaggio turistico): questa prima esperienza mi è bastata per sentirmi davvero a casa. Tramonti infuocati, temperature miti, calore umano e buona cucina, il tutto a prezzi sostenibili.

1-54 Art Fair
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie!!

In Marocco ho trovato quel giusto mix tra Medio Oriente ed Occidente che mi ha avvicinato ad una cultura diversa  in punta di piedi, senza shock repentini.

Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Il primo sintomo del “mal d’Africa” si è quindi manifestato la sera della partenza. Apatia ed una frase che si ripeteva costantemente nella mia testa: “non voglio andare via”. La soluzione?! Una ricerca spasmodica su Booking dei prezzi del soggiorno nel periodo pasquale. “Tornerò”, mi sono ripromessa.

Ma perchè sono finita a Marrakech, scoprendo così un luogo incantevole?!

Merito di Touria El Glaoui, fondatrice e direttrice della 1-54 Contemporary African Art Fair, inserita da Forbes tra le 100 donne più influenti d’Africa.

La 1-54 è la prima fiera internazionale dedicata all’arte contemporanea africana e alla diaspora. Gli appuntamenti annuali sono ben tre: nel 2013 si è partiti con Londra, nel 2015 si è aggiunta la tappa di New York e nel 2018 quella di Marrakech. Il suo nome fa proprio riferimento ai cinquantaquattro paesi che costituiscono il continente africano.

Ultima nata del circuito, la tappa marocchina si configura come una fiera “boutique”: 20 gallerie, 75 artisti rappresentati, una galleria italiana (Primo Marella Gallery).

Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Un pochino penalizzante il fatto che si sia svolta a ridosso della Investec Cape Town Art Fair, altro appuntamento clou per questo settore, patrocinato da Fiera Milano.

La terza edizione della 1-54 si è infatti svolta dal 20 al 23 febbraio (apertura gratuita al pubblico solo nel weekend).

Tra gli stand inseriti nella stupenda cornice de La Mamounia, la lingua più parlata era il francese. Ma non pensate alla solita atmosfera coloniale! Ben 14 gallerie provenivano dal continente.

Il sistema dell’arte sul territorio si sta sviluppando ed ha bisogno di nuove infrastrutture che lo sostengano.

Un momento propizio per i collezionisti in cerca di nuovi artisti su cui puntare ;). I prezzi rimangono accessibili rispetto a quelli del mercato europeo e la fresca creatività del settore è rimarchevole.

Comunque i buyer non sono solo ricchi europei, spesso proprietari di case in zona in cui svernano: aumentano i collezionisti autoctoni, nord africani, ma anche provenienti da Nigeria e Ghana, incoraggiati dai successi sul mercato internazionale di artisti conterranei quali El Anatsui e Ibrahim Mahama.

Tanto me ne vado a…Marrakech: ed altre meraviglie

1-54 Art Fair
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

La location della 1-54 versione africana era davvero da mille ed una notte.

La Mamounia, palazzo privato fino alla fine del XIX secolo, dono del re Sidi Mohammed Ben Abdellah al figlio Mamoun, venne trasformato in hotel nel 1923. Vi hanno soggiornato molte personalità di rilievo come Winston Churchill, Franklin D. Roosvelt, Charles de Gaulle, oltre a personaggi del jet set quali Kirk Douglas, Omar Cherif, Joan Collins, Nicole Kidman, Silvester Stallone, Richard Gere, Susan Sarandon, Tom Cruise, Sharon Stone, Kate Winslet, Charles Aznavour, Jean Paul Belmondo, Catherine Deneuve, Alain Delon, Ornella Muti, Claudia Cardinale, Sophie Marceau. Indimenticabili i frame di Alerte au Sud, con Marlene Dietrich, che fu girato lì, così come L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock.

La Mamounia
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – La Mamounia

Dallo scorso anno il celebre albergo si è impegnato anche sul fronte dell’arte ospitando, alla fine del 2019, un’asta.

Famoso anche l’incanto PARIS#MARRAKECH di Artcurial, che ha aperto una filiale proprio nel paese marocchino.

Da ben tre edizioni la tornata di vendite si tiene in un altra residenza di prestigio: Palazzo Es Saadi.

Tanto me ne vado a…Marrakech: ed altre meraviglie

L’edizione 2020 della 1-54 Contemporary African Art Fair si è aperta con una novità: una collaborazione con la Thami Mnyele Foundation per mettere in palio una residenza di tre mesi ad Amsterdam.

Il prescelto è stato Lakin Ogunbanwo, artista nigeriano, classe 1987, rappresentato dalla Whatiftheworld di Città del Capo. I suoi scatti tratti dalla serie “E wá wo mi” hanno impressionato anche me, oltre che la giuria. Le foto raffigurano delle spose nigeriane e si attestano in un range di prezzo che varia dai 2.500 ai 5.000 Euro, edizioni di 10. Buon successo anche dal punto di vista delle vendite: ben 6 sono state acquisite.

whatiftheworld
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Lakin Ogunbanwo, scatto tratto dalla serie E wá wo mi, Whatiftheworld Gallery

Il ritmo delle transazioni, ecco un altro aspetto molto interessante: già durante la preview VIP molte gallerie avevano piazzato un buon numero di pezzi. Un mercato molto più vivace rispetto a quello fieristico del vecchio continente.

Interessante anche la proposta dell’ivoriana Galerie Cécile Fakhoury, che ha presentato, tra gli altri, Vincent Michéa e Aboudia.

Galerie Cecile Fakhoury
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Galerie Cécile Fakhoury

Tanto me ne vado a…Marrakech: ed altre meraviglie

Altro sold out per la sud africana Eclectica Contemporary e l’artista in solo show Hussein Salim.

Artisti giovani che hanno voglia di sperimentare mixando il loro retroterra culturale alle esperienze, molto spesso di studio, vissute all’estero.

Un buon insieme di ispirazioni che può incontrare anche il gusto occidentale. In pochissimi casi, girando tra gli stand, ho notato opere con marcati riferimenti ad episodi della storia autoctona, poco conosciuti da persone con altre provenienze.

Essenziale l’apporto della fotografia, molto presente come medium espressivo.

Tra le gallerie che proponevano opere fotografiche interessante la VOICE Gallery, che è stata aperta a Marrakech dall’italiano Rocco Orlacchio.

Rocco Orlacchio
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – VOICE Gallery

Oltre alle foto, stupende anche le opere di Moataz Nasr.

voice gallery
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Moataz Nasr, VOICE Gallery

Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Rimanendo in tema di Bel Paese, la Primo Marella Gallery presentava Joël Andrianomearisoa, Amani Bodo, Abdoulaye Konaté, Troy Makaza, Ghizlane Sahli e Amina Zoubir. Seguo con passione l’attività della Primo Marella, che ha appena concluso a Milano un ciclo di mostre dedicato ad artisti africani (Africa Universe).

L’artista Ghizlane Sahli è la protagonista anche di una monografica alla David Bloch Gallery proprio a Marrakech, visitabile fino al 14 marzo.

1-54 Art Fair
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Ghizlane Sahli

Tanto tessile, sia tra le opere esposte in fiera che nei progetti delle gallerie cittadine, tra cui un’art night…perché Marrakech offre un ricco panorama di gallerie ed istituzioni. Ma di questo vi parlerò in un prossimo articolo 😉

tessile
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Tanto me ne vado a…Marrakech: ed altre meraviglie

Venendo quindi agli espositori autoctoni, non posso non citare la Galerie 127: il progetto della fotografa Sara Imloul e dello scultore Nicolas Lefebvre merita una menzione!!

Galerie 127
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Sara Imloul e Nicolas Lefebvre, Galerie 127

Siete appassionati di  gossip?! L’artista francese è stato uno dei compagni di Monica Bellucci…forse lo è ancora 😉

Stupenda anche le monografica che la Goodman Gallery ha dedicato al tangerino Mounir Fatmi: alcune delle sue sculture sono state subito vendute.

Goodman Gallery
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie – Mounir Fatmi, Goodman Gallery

Tanto me ne vado a…Marrakech: 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Oltre all’esposizione mercato, accompagnava il programma della 1-54 una ricca serie di talk curati da Elvira Dyangani Ose, che io avevo avuto il piacere di conoscere al Verbier Art Summit. Tra gli ospiti il fotografo Hassan Hajjaj, protagonista di una retrospettiva alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, conclusasi a novembre 2019.

Verbier Art Summit, Biennale dei fotografi del mondo arabo, Affordable Art Fair…tutti gli eventi ai quali ho partecipato sembrano intrecciarsi ed indicarmi che il mio settore d’elezione è proprio questo: l’arte africana contemporanea.

Un altro esempio?! Tra i media partner dell’edizione di Marrakech c’era anche The Art Gorgeous, che ho  incrociato durante l’ultima Affordable Art Fair Milan.

Caspita…mi sto accorgendo di essermi dilungata un po’ troppo 😉

Se siete appassionati di arte africana, oltre alla rivista ARTAFRICA, ho scoperto il bimestrale in lingua francese diptik: penso proprio che darò un’occhiata alla sua tipologia di abbonamenti 😀

Qua però urgono ulteriori articoli per raccontarvi tutta la mia avventura! Arte in città, street food, musei….seguitemi e vi farò respirare un po’ di atmosfera medio orientale.

Del resto abbiamo bisogno di un po’ d’evasione, soprattutto di questi tempi!!!

Tanto me ne vado a...Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie
Tanto me ne vado a…Marrakech 1-54 Art Fair ed altre meraviglie

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position

Si è conclusa Domenica la celebre fiera torinese dedicata all’arte contemporanea. La fiber art stra-vince…su tutti i fronti

In attesa di visitare domani GrandArt, concentriamoci sul resoconto di Artissima 😉

La famosa mostra mercato torinese ha mostrato ahimè poche novità in questa 25esima edizione.

Chi, come me, vi si è recato il 4 Novembre è rimasto stupito della tranquillità con cui si girava tra gli stand.

Certo, prima di dare giudizi affrettati, bisogna considerare tre fattori: il tempo nefasto che invitava a rimanere sul divano di casa; Domenica 4 Novembre era l’ultimo giorno di apertura su tre; non si può pretendere un’affluenza pari ad altre fiere straniere aventi un numero maggiore di espositori.

Un esempio su tutti? Il colosso Art Basel.

Fatte queste dovute premesse, certamente Artissima 2018 è risultata un po’ sottotono. 

Ottima invece la campagna di comunicazione: il concept delle toppe da jeans anni ’90, combinate al colore rosa, colpiva nel segno.

Dunque, dunque…bramate dalla voglia di sapere quali siano state per me le Gallerie degne di menzione?!

Eccovi accontentati!

  1. La berlinese ChertLüddeche ha presentato, tra gli altri, lavori di Franco Mazzucchelli e Petrit Halilaj.
  2. La milanese Primo Marella Gallery che, come sempre, si piazza in prima fila sul fronte della promozione di artisti e movimenti extra europei.
  3. La Prometeo Art Gallery con Regina José Galindo, Santiago Sierra e Iva Lulashi.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Petrit Halilaj, galleria ChertLüdder.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Franco Mazzucchelli, galleria ChertLüdder.

Ecco, due su tre sono gallerie milanesi…forse il campanilismo mi ha un po’ preso la mano 🙂

Mi affretto però a tornare sui mie passi parlandovi della giapponese MA2: non si può non menzionarla viste la leggerezza ed eleganza che contraddistinguevano le sue opere, a cavallo tra video art e mixed media.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Ken Matsubara, “Urushi Box-Water Ring”, galleria MA2, Tokyo.

Ma parliamo ora della vera punta di diamante di Artissima 2018: la fiber art.

Questa volta di opere su tessuto ve ne erano davvero tante.

Devo dire che anche ad Art Basel 2018 le soddisfazioni per gli amanti del genere non erano mancate.

Che il vento stia cambiando?!

Giusto per rendervi l’idea la galleria londinese Richard Saltoun ha dedicato al tessile il suo intero stand.

Gli artisti rappresentati? Eterogenei per età e formazione: da Olga de Amaral a Thomas de Falco, da Mariella Bettineschi a Silvia Giambrone

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Olga de Amaral, “Adherencia Natural”, 1973 – arazzo di lana e crini di cavallo tessuto a mano, particolare, galleria Richard Saltoun, Londra.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Thomas de Falco, galleria Richard Saltoun, Londra.

Il lay out espositivo dello stand è stato curato da Paola Ugolini che ha conferito allo spazio un titolo evocativo: “The Subversive Stitch“, ovvero “il punto (a maglia) sovversivo“.

Che dire poi dei lavori di Teresa Lanceta, presentati dalla galleria madrilena Espacio Mínimo?!

Una distesa di “kilim” da far mancare il fiato.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Teresa Lanceta, galleria Espacio Minimo, Madrid.

Ultima, ma non certo per importanza, la galleria Clima che ha esposto un lavoro di Matteo Nasini, super colorato e vibrante grazie alla tecnica di tessitura utilizzata.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Matteo Nasini, galleria Clima, Milano.

Sono stati davvero tantissimi gli espositori che hanno presentato almeno un’opera di fiber art:

Paz con Andres Pereira, Kow con Frédéric Moser & Philippe Schwinger, Braverman con Summer Wheat.

Insomma i tessili spuntavano come funghi man mano che si procedeva nella visita.

Per visualizzarne una galleria fotografica completa, cliccate qui

La fiber art non è stata però l’unica novità di Artissima 2018.

A risollevare le sorti di una mostra mercato un po’ sonnacchiosa ci ha pensato anche Artissima Sound organizzata alle OGR (Officine Grandi Riparazioni), il nuovo polo dedicato all’arte contemporanea.

Un percorso sperimentale ed interattivo che ha visto la partecipazione di 16 artisti con opere legate al mondo del sonoro.

L’invito era quello di perdersi nel proprio paesaggio interiore. Un’esortazione a esperire un’opera d’arte utilizzando un senso normalmente poco sollecitato durante i percorsi museali.

L’audio casco di Ugo la Pietra, la foresta di cavi di Christina Kubisch, la “Radio Galena” di Tomás Saraceno, vincitrice del premio OGR ed entrata di diritto nella collezione del Castello di Rivoli: la prima edizione di Artissima Sound di certo non ha deluso.

Gli appassionati di arte contemporanea venivano invitati ad approfondire le proprie conoscenze in materia grazie alle proposte editoriali presentate nel bookshop.

Dunque un ottimo lavoro quello di Yann Chateigné Tytelman, curatore e critico d’arte berlinese, e di Nicola Ricciardi, direttore artistico delle OGR

Ma la “settimana dell’arte” torinese non si esauriva solo con le manifestazioni legate ad Artissima.

Flashback e Paratissima, spin-off della fiera principale, hanno raccolto un buon successo di pubblico.

Soprattutto l’ultima ha visto nettamente aumentare espositori e visitatori.

Forse, a causa di tutto questo successo, Paratissima ha un po’ perso di vista l’arte, trasformandosi in bazar, ma l’atmosfera underground che si respirava nell’ex Caserma La Marmora, meritava una visita.

Che dire poi delle inaugurazioni nelle istituzioni pubbliche e private?!

Ecco, serviva un’intera settimana per riuscire ad assaporare e valutare tutta l’offerta culturale dell’art week 2018 made in Piemonte.

Purtroppo io ho potuto passarci solo una giornata, quindi…prossime mete?!

Avendo già visitato la meravigliosa retrospettiva su Nalini Malani, il Castello di Rivoli merita un ulteriore pit stop per la mostra su Hito Steyerl, altra grande artista contemporanea.

Anche questa volta la direttrice Carolyne Christov Bakargiev non sbaglia il colpo.

Alla Fondazione Merz, invece, fino al 3 Febbraio 2019 si potrà visitare “Shkrepëtima” dedicata al già citato Petrit Halilaj.

State già acquistando i biglietti del Frecciarossa, non è vero?!