Carta e memoria: scopriamo insieme l’arte di Giulia Previtali

Carta e memoria: scopriamo insieme l'arte di Giulia Previtali

Carta e memoria: scopriamo insieme l’arte di Giulia Previtali

Anno nuovo, nuove sorprese: ecco la prima intervista “artistica” targata Art Nomade Milan

Quando i progetti diventano realtà la soddisfazione è alle stelle. Se poi il percorso inizia con persone simpatiche ed innamorate della propria attività allora capisci di essere sulla strada giusta 😉

E’ quindi con estrema soddisfazione che vi presento la prima intervista targata Art Nomade Milan. Giulia Previtali, giovane artista monzese, mi ha aperto le porte della sua casa studio.

Parole d’ordine? Carta e memoria.

Vi ho incuriosito, vero? Allora non vi resta che proseguire nella lettura;)

Innanzitutto, chi è Giulia?

Classe 1993, si è appena diplomata in pittura all’Accademia di Brera. Nel 2014 vince il concorso “26 Motivi per fare arte” indetto da Vittorio Gucci; nel 2017 espone alla 57esima Biennale di Venezia, ospite del Padiglione Armenia; nel 2018 partecipa all’Affordable Art Fair, a Pavia Art Talent ed a Paratissima.

Insomma un percorso in ascesa supportato da una grande determinazione nel voler perseguire la carriera artistica.

Giulia, da dove nasce la tua passione? Possiamo parlare di “affare di famiglia”?

In realtà solo mia mamma si interessa all’arte. Mio nonno aveva, invece, la passione per l’antiquariato. Insomma, a conti fatti, sono l’unica artista in famiglia. Ho anche due fratelli che però hanno scelto altri percorsi di studio. Amo l’arte da sempre, infatti, prima di approdare all’Accademia di Brera, ho studiato presso l’istituto d’arte di Monza

C’è un elemento in particolare che caratterizza il tuo stile: l’utilizzo della carta come componente fondamentale della creazione. Me ne parli?

Volentieri. La mia passione per questo materiale è nata frequentando il corso “Tecnologia della Carta” all’Accademia di Brera. Produco la carta che inserisco nelle mie composizioni, che si collocano tra installazione e tecnica pittorica. La metodologia che utilizzo per plasmare la cellulosa ricorda la filigrana.

Giulia Previtali arte

Giulia Previtali arte
Carta e memoria…scopriamo insieme l’arte di Giulia Previtali

La carta è alla base di tutto il mio percorso creativo: la applico sulla tela dopo averla accuratamente preparata con un’apposita emulsione, specie se di iuta. Mi piace sperimentare, utilizzare anche materiali riciclati o fibre quali la lana. La carta telata viene poi cucita a mano sul supporto.

Giulia Previtali arte

Giulia Previtali arte
Carta e memoria…scopriamo insieme l’arte di Giulia Previtali

La matericità delle tue opere mi ha subito attratta. Intravedo geografie, continenti reali o di fantasia. Una sorta di mappe atte a guidare l’osservatore in un mondo  immaginario..

In realtà tutto è partito dalla memoria e da un progetto sulle sinapsi che avevo sviluppato un po’ di anni fa. Se noti, in alcune mie composizioni, la carta pare filigranata. Ha delle forme che ricordano la trama della corteccia cerebrale. Del resto la carta è un materiale fragile, similmente alla capacità di ricordare. Mi piace però che siano gli osservatori a dare la propria interpretazione delle mie opere. Li lascio liberi e mi incuriosisce sapere cosa ne pensano e cosa ci vedono.

A proposito di curiosità, ho notato che le tue opere non sono firmate. A cosa è  dovuta questa scelta che molti mercanti e collezionisti definirebbero “coraggiosa”?

Inizialmente non firmano le mie composizioni. Mi pareva che la sigla “rovinasse” l’opera stessa. Avrei voluto che le composizioni fossero “libere”. In realtà ho poi cambiato approccio, per esigenze pratiche di riconoscimento del mio lavoro. Ad esempio firmo i pezzi sul retro.

Parlando di cambiamenti, stai sperimentando qualcosa di nuovo in quest’ultimo periodo?

La mia è una sperimentazione continua, come per tutti gli artisti. Ad esempio, dopo aver applicato la carta hand-made sulla tela, ci dipingo sopra con colori acrilici o con il carboncino.

Ho visto che nel 2018 hai partecipato a numerose fiere d’arte. Come ti sei trovata? Quali sono le tue impressioni riguardo questa tipologia di esposizione artistica?

Devo dirti che mi sono trovata bene. Ad esempio di Paratissima (TO) mi è piaciuto che ad ogni artista fosse dedicata una stanza dell’ex Caserma La Marmora. Addirittura a Pavia Art Talent sono stata invitata ad esporre le mie opere.

Giulia, grazie per il tempo e la disponibilità dimostratami. Termino l’intervista chiedendoti quali sono i tuoi progetti per il futuro.

Visto che ho concluso il mio percorso di studi, mi piacerebbe trasmettere ai ragazzi più giovani di me la passione per l’arte. Riuscire ad insegnare materie artistiche. Per quanto riguarda la mia carriera ho in cantiere una personale in una galleria milanese di recente apertura.

Per ricevere aggiornamenti sull’attività di Giulia, vi consiglio di seguire il suo profilo IG : @previtaliart . In bio troverete anche un link al suo sito web 😉

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position

Si è conclusa Domenica la celebre fiera torinese dedicata all’arte contemporanea. La fiber art stra-vince…su tutti i fronti

In attesa di visitare domani GrandArt, concentriamoci sul resoconto di Artissima 😉

La famosa mostra mercato torinese ha mostrato ahimè poche novità in questa 25esima edizione.

Chi, come me, vi si è recato il 4 Novembre è rimasto stupito della tranquillità con cui si girava tra gli stand.

Certo, prima di dare giudizi affrettati, bisogna considerare tre fattori: il tempo nefasto che invitava a rimanere sul divano di casa; Domenica 4 Novembre era l’ultimo giorno di apertura su tre; non si può pretendere un’affluenza pari ad altre fiere straniere aventi un numero maggiore di espositori.

Un esempio su tutti? Il colosso Art Basel.

Fatte queste dovute premesse, certamente Artissima 2018 è risultata un po’ sottotono. 

Ottima invece la campagna di comunicazione: il concept delle toppe da jeans anni ’90, combinate al colore rosa, colpiva nel segno.

Dunque, dunque…bramate dalla voglia di sapere quali siano state per me le Gallerie degne di menzione?!

Eccovi accontentati!

  1. La berlinese ChertLüddeche ha presentato, tra gli altri, lavori di Franco Mazzucchelli e Petrit Halilaj.
  2. La milanese Primo Marella Gallery che, come sempre, si piazza in prima fila sul fronte della promozione di artisti e movimenti extra europei.
  3. La Prometeo Art Gallery con Regina José Galindo, Santiago Sierra e Iva Lulashi.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Petrit Halilaj, galleria ChertLüdder.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Franco Mazzucchelli, galleria ChertLüdder.

Ecco, due su tre sono gallerie milanesi…forse il campanilismo mi ha un po’ preso la mano 🙂

Mi affretto però a tornare sui mie passi parlandovi della giapponese MA2: non si può non menzionarla viste la leggerezza ed eleganza che contraddistinguevano le sue opere, a cavallo tra video art e mixed media.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Ken Matsubara, “Urushi Box-Water Ring”, galleria MA2, Tokyo.

Ma parliamo ora della vera punta di diamante di Artissima 2018: la fiber art.

Questa volta di opere su tessuto ve ne erano davvero tante.

Devo dire che anche ad Art Basel 2018 le soddisfazioni per gli amanti del genere non erano mancate.

Che il vento stia cambiando?!

Giusto per rendervi l’idea la galleria londinese Richard Saltoun ha dedicato al tessile il suo intero stand.

Gli artisti rappresentati? Eterogenei per età e formazione: da Olga de Amaral a Thomas de Falco, da Mariella Bettineschi a Silvia Giambrone

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Olga de Amaral, “Adherencia Natural”, 1973 – arazzo di lana e crini di cavallo tessuto a mano, particolare, galleria Richard Saltoun, Londra.
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Thomas de Falco, galleria Richard Saltoun, Londra.

Il lay out espositivo dello stand è stato curato da Paola Ugolini che ha conferito allo spazio un titolo evocativo: “The Subversive Stitch“, ovvero “il punto (a maglia) sovversivo“.

Che dire poi dei lavori di Teresa Lanceta, presentati dalla galleria madrilena Espacio Mínimo?!

Una distesa di “kilim” da far mancare il fiato.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Teresa Lanceta, galleria Espacio Minimo, Madrid.

Ultima, ma non certo per importanza, la galleria Clima che ha esposto un lavoro di Matteo Nasini, super colorato e vibrante grazie alla tecnica di tessitura utilizzata.

Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position
Tessile, tessile, tessile: ad Artissima la fiber art è in pole position. Matteo Nasini, galleria Clima, Milano.

Sono stati davvero tantissimi gli espositori che hanno presentato almeno un’opera di fiber art:

Paz con Andres Pereira, Kow con Frédéric Moser & Philippe Schwinger, Braverman con Summer Wheat.

Insomma i tessili spuntavano come funghi man mano che si procedeva nella visita.

Per visualizzarne una galleria fotografica completa, cliccate qui

La fiber art non è stata però l’unica novità di Artissima 2018.

A risollevare le sorti di una mostra mercato un po’ sonnacchiosa ci ha pensato anche Artissima Sound organizzata alle OGR (Officine Grandi Riparazioni), il nuovo polo dedicato all’arte contemporanea.

Un percorso sperimentale ed interattivo che ha visto la partecipazione di 16 artisti con opere legate al mondo del sonoro.

L’invito era quello di perdersi nel proprio paesaggio interiore. Un’esortazione a esperire un’opera d’arte utilizzando un senso normalmente poco sollecitato durante i percorsi museali.

L’audio casco di Ugo la Pietra, la foresta di cavi di Christina Kubisch, la “Radio Galena” di Tomás Saraceno, vincitrice del premio OGR ed entrata di diritto nella collezione del Castello di Rivoli: la prima edizione di Artissima Sound di certo non ha deluso.

Gli appassionati di arte contemporanea venivano invitati ad approfondire le proprie conoscenze in materia grazie alle proposte editoriali presentate nel bookshop.

Dunque un ottimo lavoro quello di Yann Chateigné Tytelman, curatore e critico d’arte berlinese, e di Nicola Ricciardi, direttore artistico delle OGR

Ma la “settimana dell’arte” torinese non si esauriva solo con le manifestazioni legate ad Artissima.

Flashback e Paratissima, spin-off della fiera principale, hanno raccolto un buon successo di pubblico.

Soprattutto l’ultima ha visto nettamente aumentare espositori e visitatori.

Forse, a causa di tutto questo successo, Paratissima ha un po’ perso di vista l’arte, trasformandosi in bazar, ma l’atmosfera underground che si respirava nell’ex Caserma La Marmora, meritava una visita.

Che dire poi delle inaugurazioni nelle istituzioni pubbliche e private?!

Ecco, serviva un’intera settimana per riuscire ad assaporare e valutare tutta l’offerta culturale dell’art week 2018 made in Piemonte.

Purtroppo io ho potuto passarci solo una giornata, quindi…prossime mete?!

Avendo già visitato la meravigliosa retrospettiva su Nalini Malani, il Castello di Rivoli merita un ulteriore pit stop per la mostra su Hito Steyerl, altra grande artista contemporanea.

Anche questa volta la direttrice Carolyne Christov Bakargiev non sbaglia il colpo.

Alla Fondazione Merz, invece, fino al 3 Febbraio 2019 si potrà visitare “Shkrepëtima” dedicata al già citato Petrit Halilaj.

State già acquistando i biglietti del Frecciarossa, non è vero?!