REA! Art Fair colpisce nel segno – Art Nomade Milan

REA Art Fair

REA! Art Fair colpisce nel segno – Art Nomade Milan  Rea Art Fair

Si è conclusa con ottimi risultati la prima edizione della mostra mercato alla Fabbrica del Vapore. 

Inizialmente erano poche le persone che ci davano credito“, sottolinea con un sorriso Maryna Rybakova, ideatrice della manifestazione.

Insomma una sorta di progetto utopico che in molti sconsigliavano di perseguire, ma la caparbietà ha vinto.

E le idee dell’associazione culturale no-profit REA Arte non si fermano qui: il team promette altre “sorprese” nei mesi a venire, DPCM permettendo.

REA Arte è infatti la realtà che ha organizzato la mostra mercato alla Fabbrica del Vapore ed il suo organico è totalmente femminile, per caso e non per scelta.

Maryna Rybakova, la presidente, Maria Myasnikova, Elisabetta Roncati, Tuğana Perk, Laura Pieri, Paola Shiamtani, Pelin Zeytinc, Bianca Munari, Gohar Avetisyan, Beatrice Dezani, Antonella Spanu, Maria Ryseva: un affiatato gruppo multiculturale dove ogni membro ha svolto un ruolo ben preciso.

Rea Art Fair

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REA! Art Fair colpisce nel segno – Art Nomade Milan Il team di Rea Arte.

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Differenti nazionalità anche tra gli artisti partecipanti, di cui 29 provenienti da nazioni europee ed extra-europee, come Thailandia e Messico.

Cinque delle ragazze di REA Arte hanno svolto il compito di curatrici (Maria Myasnikova, Tuğana Perk, Laura Pieri, Paola Shiamtani e Pelin Zeytinci), selezionando tra oltre seicento candidature i cento artisti presentati durante la manifestazione.

Ai creativi è stato richiesto solo un piccolo contributo per partecipare all’open call, chiusasi in estate.

Ottimo anche il numero delle opere vendute, che ha permesso all’associazione di presentare dei bilanci in attivo.

Se non avete fatto in tempo a visitarla, eccovi i nomi degli artisti che vi hanno partecipato:

Adamou Elena; Arta Raituma; Asai Sayaka; Barletta Nausica; Bellini Gaia; Bislacchi;
Brandimarte Antonio; Camani Martina; Caruso Beatrice; Cecchini Alessandra; Cescon
Stefano; Cestrone Lavinia; Chinchue Alisia; Cichon Magdalena; Cogliati Leo; Colombini
Luna; Cordier Pauline; Costanzo Alessandro; Cro Dominique; Cubas Gianella; D’Amico
Michele; Dardano Valeria; Del Gatto Cecilia; Di Bonaventura Cecilia; Draghi Alessandra;
Dicker Ana; Elson Alexander; Falco Clarissa; Fasso Damiano; Fava Ernesto; Figuccio
Valerio; Freedman Naama; Furlan Giulia; Garita Robert; Gentzsch L.R; Gibertoni Fabian;
Granziera Maddalena; Gromoll Kim; Guarda Alessio; Gugliotta Eleonora; Guillaume Elise;

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Haas Sebastian; Hay Emily; Haywood Xander; Huang Jueyuan; Ivanova Anna; ILAZ;
Ishakoglu Sirma; Jonhardsdóttir Jana; Kenneally Anna; Koloosova Anna; Knowels Jeremy;
Lemberg Lvova Anastasia; Lotti Noela; Manes Steven Antonio; Marchetti Mattia; Martins
Natacha; Massa Benjamin Mario; Miners Jade; Moffat Freya; Morout Penelope; Narcisi
Fabrizio; O’Dononvan Elinor; Orazio Teresa; Pacelli Francesco; Papanti Lorenzo; Papp
Mattia; Perera Alejandra Valeria; Piras Yara; Pleuteri  Aronne; Prasse Antonella; Roaro
Eleonora; Rubegni Luca; Rubin Clara; Russo Valentino; Sa’ Fernandes Eurico; Salomone
Sergio; Sambo Giovanni; Schnitzer Clarissa e Utech Robert; Selvaggio Alessio; Semi
Audiovisual; Shaposhnikova Lena; Shuai Peng; Simone Jerusa; Siniscalco Gabriele;
Spolverini Agnese; Stavley Jonathan; Sugamiele Mattia; Temchenko Alisa; Ventura,
Chiara; Vera Vera; Vicentini Fabiano; Vinci Alessandro; Wu Mengyuan; Xu Yang; Zancana
Vincenzo; Zapf Margherita; Zicari Nuccio; Zornetta Giacomo; Zotti Federica.

Inoltre, a questi si sono aggiunti anche 4 guest artistsMyasnikova Maria, Rebor, Martini Matete e Zeytinci Pelin.

Rea Art Fair

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REA! Art Fair colpisce nel segno – Art Nomade Milan Cecilia Di Bonaventura, “Estetica della difesa (I)”, video installazione.

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L’idea alla base di REA! Art Fair è nata dalla constatazione dell’assenza nel panorama italiano dei cosiddetti “degree show”: le mostre di fine corso accademico che consentono agli artisti emergenti un primo confronto con il mercato.

É per questo che il team di REA Arte si è dedicato ai creativi alle prime armi, senza discrimine di età e evitando di scaricare sui partecipanti i costi di gestione della mostra mercato.

La fiera era suddivisa in 6 sezioni espositive (fotografia, digital art, performance, pittura, scultura, installazioni) e comprendeva più di 150 opere. Personalmente ho trovato molto interessante la parte dedicata alla digital art.

Inutile sottolineare che i prezzi erano ben esposti, sfidando così determinate “prassi” ancora in vigore nel sistema dell’arte contemporanea.

Uno degli obbiettivi di REA! Art Fair è stato proprio quello di garantire il maggior livello di trasparenza possibile.

Inoltre, vi è ancora la possibilità di acquistare le opere online sul sito www.reafair.com , così come il catalogo della manifestazione anche in limited edition.

I proventi derivanti da eventuali vendite vanno, in buona parte, a sostegno degli artisti medesimi.

Infatti, per sovvenzionare tutto l’apparato, è stata lanciata qualche mese fa una campagna di raccolta fondi su GoFundMe

REA Arte ha così portato nella città di Milano un’idea nuova di fiera, che non si concentra sulle gallerie bensì sugli artisti.

mostra mercato

Rea Arte
REA! Art Fair colpisce nel segno – Art Nomade Milan Da sx a dx Laura Pieri, Maria Myasnikova, Elisabetta Roncati, Maria Ryseva, Tugana Perk, Maryna Rybakova.

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Il Comune meneghino è stato ben felice di patrocinare il tutto e non sono mancate nemmeno collaborazioni con numerose altre istituzioni cittadine e regionali. Tra i partner si elencavano infatti: Artsted, Attiva, Fondazione Adolfo Pini, Hub Art, MF Manifutura collective, MoCDA (Museum of Contemporary Digital Art).

Invece i media partner sono stati: Artebella, Art Nomade Milan, Artribune, The Artists and The Others, The Art Gorgeous, Future young talent, Milano Beat Radio.

Prendendo dunque posizione al fianco dei giovani artisti la fiera ha creato un dialogo tra nuovi meritevoli talenti, collezionisti, grande pubblico e istituzioni.

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Durante la manifestazione sono stati assegnati differenti premi: la Fondazione Adolfo Pini ha messo a disposizione due riconoscimenti del valore di Euro 1.500 ciascuno andati a Freya Moffat e Yara Piras. Una decisione presa dalla giuria composta da Adrian Paci e Marco Meneguzzo.

Inoltre ben 10 creativi si sono aggiudicati il REA! Art Prize, che garantisce la possibilità di esporre le opere a Milano durante una mostra specifica che sarà organizzata nei prossimi mesi.

I fortunati sono stati: Jeremy Knowles, Peng Shuai, Clara Rubin, Lorenzo Papanti, Alessio Guarda, Alisa Chunchue, Dominique Cro, Giacomo Zornetta, Kim Gromoll, Leo Cogliati.

Ha completato l’offerta un ricco panel di conferenze, svolte su diverse piattaforme online, quali Zoom e Facebook. Gli argomenti trattati sono stati: collezionismo e arte contemporanea, mercato emergente, identità e rappresentazione, nuovi progetti editoriali e spazi espositivi al femminile. Un’occasione di confronto su temi attuali nel mondo dell’arte, dibattuti da illustri professionisti di settore.

Gli interventi sono ancora visionabili sulla pagina Facebook Rea Fair.

Senza dubbio REA! Art Fair si è dimostrata, a pieno titolo, come un’occasione per fruire d’arte, di creatività e di cultura a 360 gradi.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

In questi mesi non si è fatto altro che parlare di realtà virtuale e Musei, di digitalizzazione delle visite per sopperire alla chiusura forzata dei luoghi di cultura, causata dall’emergenza sanitaria globale.

In realtà qualcuno si era già rivolto al mondo dell’online in tempi non sospetti…

A quanto pare la riapertura degli spazi italiani dedicati all’edutainment si fa sempre più vicina. Il “liberi tutti” culturale è previsto il 18 Maggio, ma, sembrerebbe, non tutto sarà come prima.

Da assidua lettrice di ArtEconomy24, rubrica dedicata al mercato dell’arte del Sole24Ore, traspare quanto abbiano sofferto, in termini economici, tutti gli operatori del settore, soprattutto quelli di medio piccole dimensioni.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Certo, lo si poteva immaginare: quasi due mesi di stop forzato, i costi fissi da coprire e la paura di perdere il pubblico aficionado a causa della consueta formula “lontano dagli occhi, lontano dal cuore“. Così quasi tutte le realtà hanno ripiegato sull’online. Profili social, un tempo semi abbandonati, sono diventati attivissimi: dirette, tutorial…il mondo dell’arte sembra, finalmente, aver scoperto le potenzialità del web.

Meglio tardi che mai sperando che, una volta tornati alla normalità, si continuino a sfruttare queste possibilità, magari con calendari e piani editoriali ben definiti.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

In realtà c’era già chi si era accorto dei vantaggi derivanti dagli strumenti digitali in tempi non sospetti.

È il caso del MoDCA, Museum of Contemporary Digital Art.

Serena Tabacchi, co-founder, CEO e direttrice, ne ha svelato tutti i segreti a Art Nomade Milan.

– Serena, ci racconti cosa è il MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art? 

MoCDA e’ un Museo dedicato all’arte contemporanea digitale. MoCDA nasce dalla voglia di creare uno spazio virtuale, non votato esclusivamente alla promozione, ma anche alla conoscenza ed esposizione di progetti d’arte contemporanea e tecnologia. 

– Un vero e proprio Museo virtuale dedicato alla digital art, una piattaforma o entrambe le cose?

MoCDA sta diventando uno spazio interattivo online dove si potrà navigare ed esplorare l’arte digitale in queste maniere: VR (realtà virtuale), AR (realtà aumentata), XR (mixed reality), sculture 3D, generative photography, crypto arte, video arte, arte generativa e programmabile, GIFs, net art, multimedia art e molto altro. Il museo offre ai visitatori l’opportunità di comprendere come l’arte digitale venga ideata e creata dagli artisti, con attenzione all’integrazione ed alla comunicazione tra il creativo e la tecnologia.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Un esempio? L’arte creata con il machine learning, AI o la robotica. Il nostro obiettivo è quello di offrire al pubblico una visione curatoriale dell’arte che vediamo intorno a noi. Penso ai social media o ai film hollywoodiani, che spesso non apprezziamo nella loro forma artistica perché inseriti in un contesto più ampio. Gli artisti, ma anche il mercato dell’arte digitale, è in parte sottovalutato perché spesso non gli viene attribuito il giusto valore. Riconoscere l’arte digitale e dargli spazio è quello di cui ci stiamo occupando.

– Quali sono le modalità di fruizione da parte del pubblico e da parte degli artisti?

MoCDA vive online! Siamo un progetto fully digital. Ciononostante ci manca molto poter presentare arte digitale in spazi fisici come abbiamo fatto alla Tate Modern, alla Bloomsbury Gallery di Londra ed alla CADAF, Contemporary & Digital Art Fair, a Miami.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan “Random Access”, Tate Modern, Novembre 2019.
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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan   Bloomsbury Gallery, Febbraio 2020.

L’arte, le interviste live, i meet up, le visite agli studi degli artisti ed i progetti curatoriali sono visibili sui nostri social Instagram e Twitter, @mocda_ . Inoltre, su YouTube e Spotify, trovate i live e le interviste del Museum of Contemporary Digital Art. Abbiamo anche un sito internet, mocda.org ed una newsletter. 

– Visitatori, artisti, collezionisti: come fanno a consultare il materiale messo a disposizione dal MoCDA?

Quando abbiamo creato il MoCDA credevamo fosse necessario avere uno spazio fisico dove poter esporre arte digitale, ma più ci siamo addentrati in questo campo più abbiamo scoperto che la maggior parte dell’arte digitale viene fruita online, nello specifico sui social media. Tutti i nostri progetti sono sul web, molti ancora in fase embrionale come la collezione e due esposizioni. A queste stanno lavorando i nostri curatori, tra cui Eleonora Brizi, Stina Gustafsson e Chloe Diamond. Quest’anno siamo stati invitati come partner curatoriale alla prima fiera d’arte contemporanea digitale completamente online (CADAF), assieme al Lumen Prize, The Award for Art and Technology.

– Come e quando è nata l’idea del MoDCA?

L’idea e’ nata circa un paio di anni fa quando uno dei nostri fondatori, Dominic Perini oggi CTO di MoCDA, ha partecipato al primo “Art + Tech” summit alla casa d’aste Christie’s a Londra. In quell’occasione ha incontrato Jason Bailey, fondatore di Artnome, e Georg Bak. Così sono iniziate le prime conversazioni su come poter creare una collezione d’arte digitale e un museo dove esporla. Poco dopo io ho conosciuto Tom Van Avermaet, regista e curatore alla Tate Modern: abbiamo così deciso di fondare il MoDCA. Il team si è poi ampliato, includendo il supporto di rinomati consulenti in ambito arte e business development.

– Un team internazionale arricchisce, ma è anche una bella sfida. Come fate ad organizzare le attività e a coordinarvi?

Ci sentiamo spessissimo e siamo sempre connessi. Siamo un team compatto e ognuno di noi e’ impegnato in diversi progetti nel campo dell’arte e della tecnologia. Organizziamo meeting settimanali e, quando possibile, ci incontriamo di persona. La maggior parte di noi vive in Inghilterra, ma anche in Germania, in Svizzera, in Italia, in USA e in Canada. Siamo una famiglia allargata, ma molto unita. Essere disciplinati e’ molto importante quando si lavora online. Sono convinta che si risparmi molto tempo e molte risorse se si evitano spostamenti in aereo non necessari. L’ambiente ci sta a cuore e il cosiddetto “smart working” per noi non e’ una novità, piuttosto un modo per essere connessi e lavorare in maniera armoniosa accorciando le distanze.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan  MoCDA team (Dominic Perini, Serena Tabacchi, Maria Cynkier, Chloe Diamond, Georg Bak, Daniel Liau, Andreea Iosub, Marek Woloszyn)

– Avete puntato sull’arte digitale in tempi non “sospetti”: come stanno cambiando le vostre attività in questo periodo di lockdown globale? Avete, ad esempio, riscontrato un incremento delle visite?

E’ stato sorprendente vedere come moltissime istituzioni e gallerie, nel giro di poche settimane, abbiano messo a disposizione intere collezioni ed eventi online. Il  COVID19 ha lasciato musei e gallerie d’arte vuote ed era necessario trovare un modo per rendere l’arte accessibile al pubblico. Attualmente c’è una sovrabbondanza di arte ed eventi culturali online, podcast, dirette e viewing room. Si rischia di creare molta confusione tra gli appassionati del settore.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Navigare in internet e trovare quello che ci interessa e’ diventato più complicato del solito e spesso ci si dimentica addirittura cosa si andava cercando. Quello che abbiamo appreso da questa ondata di eventi online è che creare una galleria o una viewing room online non è semplice. Si devono prendere in considerazioni le cosiddette “regole di internet”. Questo e’ un punto spesso sottovalutato. 

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

A volte si crea uno spazio virtuale navigabile, perdendo di vista lo scopo per il quale lo si è generato. Internet ha rappresentato per molti uno modo per rendere accessibile l’informazione, in questo caso artistica, ma è bene porsi anche alcune domande. Stiamo involontariamente creando delle barriere per la nostra audience? Se così fosse bisogna pianificare l’architettura del nostro futuro spazio online a misura delle opere che andrà ad ospitare e dell’osservatore che vi accederà. Un percorso di questo genere richiede tempo. L’arte digitale sembra “facile” da esibire, ma è esattamente il contrario.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

L’arte “on screen” deve essere esposta, in accordo con le direttive dell’artista, sullo schermo e, come sappiamo,i generi d’arte digitale sono molteplici, tanti quanti i modi per esporre. È un processo che deve coinvolgere curatori, artisti e architetti dello spazio virtuale che studiano insieme l’esperienza da ricreare, adattandola allo location, sia questa virtuale o fisica.

– Secondo voi l’arte digitale sarà l’arte del futuro? E come si concilierà con i mezzi espressivi tradizionali e con i Musei “vecchio stampo”?

L’arte digitale è il presente e sarà sempre più apprezzata e valorizzata in futuro. I musei e le gallerie si stanno già adattando per introdurre opere d’arte digitale nelle loro collezioni. Non dimentichiamoci che le prime sperimentazioni tra artisti ed ingegneri cominciarono verso la metà degli Anni Sessanta del Novecento. Ad esempio il collettivo newyorchese E.A.T. (Experiments in Art and Technology), con a capo alcuni tra gli artisti pionieri del settore come Robert RauschenbergRobert Whitman.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Opere di quel genere sono poi entrate a far parte delle collezioni di arte contemporanea che oggi conosciamo. Uno degli aspetti più accattivanti del digital è la possibilità di esprimere la creatività dell’artista anche senza uno studio dove dipingere o scolpire. Oggi molti spazi, un tempo accessibili per alcuni artisti, sono diventati inarrivabili sia per questioni economiche, sia di mobilità. Il modo in cui viviamo e ci rapportiamo alla realtà che ci circonda è in continua evoluzione e la tecnologia fa parte del nostro modo di comunicare e creare. Inoltre il modello classico del trasporto di opere d’arte richiede estrema cura. Con il digitale ci sono moltissimi vantaggi: ad esempio si possono creare modelli 3D pre trasporto.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Le possibilità sono aumentate, ma la creatività e il talento rimangono per ogni artista il vero modo per affermarsi nel settore dell’arte e tra i collezionisti.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan  Sala VR alla Tate Modern durante la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, 2018.
realtà virtuale e arte
Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan Ricostruzione dello studio di Amedeo Modigliani in virtual reality, Tate Modern, 2018.

– Puoi svelarci alcuni dei vostri progetti futuri?

Al momento stiamo lavorando a diversi progetti che includono: la produzione di mostre di arte contemporanea e digitale online, la selezione della nostra collezione di arte digitale, nonché la promozione dell’educazione alla tecnologia. Il nostro prossimo appuntamento, al quale invitiamo tutti a partecipare, è la prima fiera d’arte interamente digitale, CADAF, che si terrà online a dal 25 al 28 giugno 2020, in collaborazione con Beaux Arts & Cie. Vi aspettiamo!