Arte e lockdown: la parola ai giovani artisti – Art Nomade Milan

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Arte e lockdown: la parola ai giovani artisti – Art Nomade Milan

Si parla tanto di cambiamenti del settore, di incertezza del futuro: gli intervistati, però, sono sempre grandi galleristi o direttori di importanti istituzioni culturali.

Ma qualcuno ha sentito i giovani artisti?!

A quanto pare la major Sotheby’s sembra navigare in cattive acque (fonte il Sole24Ore), le gallerie tentano il tutto per tutto con eventi online e maggior presenza sui social media, le fiere di settore sviluppano viewing room. E i creativi, in questo periodo di chiusura forzata, come se la stanno cavando?

Ricordiamoci che senza di loro tutta la “baracca” non starebbe in piedi 😉

I giovani artisti italiani come vedono il futuro?

Art Nomade Milan lo ha domandato ad Iris Corvino, ventottenne bergamasca che vorrebbe fare dell’arte la sua professione. Inutile ricordavi quanto la Lombardia e le provincie di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona abbiano sofferto per questa dannata pandemia globale.

Ecco cosa ci ha raccontato Iris.

– Iris, da dove nasce la tua passione per l’arte? Quale è stato il tuo percorso di studi?

La mia passione per l’arte nasce da piccolina. Pensa che a 7 anni dissi a mia mamma: “Da grande voglio fare la pittrice”. ?

Credo che questa determinazione mi abbia portato a realizzare il mio sogno, anche se non so bene se “sogno” sia la parola corretta, perché sono ancora in fase di crescita. Forse ho raggiunto un livello di consapevolezza che mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo: essere un’ artista riconosciuta per ciò che esprime e ciò che dà allo spettatore. Penso che questo sia il compito dei creativi: donare bellezza. Una bellezza intesa da ognuno di noi in modo diverso. Si devono trasmettere i valori che ciascuno ha dentro di sé e lo stupore per la vita . Il mio percorso di studi comincia dalla scelta di inscrivermi al liceo artistico di Bergamo. Dopo ho deciso di continuare nel settore e mi sono iscritta all’Accademia Carrara, dove ho frequentato il corso di “Pittura Arti visive”.

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L’accademia mi ha aperto un mondo, infondendomi la capacità di vedere in maniera diversa le cose. Ho compreso quanto la comunicazione visiva sia importante. Se usata con intelligenza è potente ed esplosiva come una “bomba”: riesce ad arrivare dritto al cuore ed alla mente delle persone. Mi sono poi iscritta all’Accademia di Brera, dove ho frequentato il biennio di pittura. Milano è davvero un altro mondo. Mi ha insegnato tanto ed in accademia ho stretto delle fortissime amicizie.

– Sbaglio o l’arte è un’“affare di famiglia”?! Anche tuo padre è un artista…

No, non sbagli, è proprio così! Un”affare di famiglia”. Mio padre è un pittore da tanti anni: ha esposto per molto tempo a Bergamo e soprattutto in Città Alta, anche durante i “mercatini” della domenica. Ero e sono ancora molto orgogliosa di mio padre. Grazie a lui, alla sua meravigliosa pittura ed alla sua tenacia siamo cresciuti amando l’arte.

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È riuscito a mantenere una famiglia solo con la sua arte per molti anni e io, da piccolina, vedendolo dipingere ogni giorno nel suo studio, guardando i suoi quadri, i suoi colori, le sue spatole pensavo quanto fosse meraviglioso. Credo sia stato questo il motivo che mi ha spinto a inseguire la mia passione: mio padre non ha potuto fare gli studi che ho fatto io, erano altri tempi, ma tutt’oggi mi ripete di quanto lui ora sia orgoglioso di me. Portare avanti lo spirito artistico, studiare per renderlo migliore è un dono.

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Arte e lockdown: la parola ai giovani artisti – Art Nomade Milan  “Walk this way“, Iris Corvino.

Riesci a descriverci la tua poetica…in poche righe?!  Arte e lockdown

Certo! Amo trasmettere gioia e armonia con la mia arte. Vedo la bellezza nelle piccole cose e con i colori tiro fuori questa energia. Armonia, unione, individualità, forza, potenza sono all’interno della mia poetica.

– Pittura, scultura, fotografia, video arte, performance, installazioni, grafica…quale medium preferisci?!

Questa è una domanda difficile, perché io amo usare tutti i media possibili. Non amo i limiti: riesco ad esprimermi con qualsiasi mezzo.

Mi piace molto l’installazione, specialmente interattiva, che faccia riflettere lo spettatore.

Mi piace tantissimo anche la performance: recitare con il proprio corpo per trasmettere il messaggio.

Della video arte apprezzo l’utilizzo dello schermo come un pennello ed una grande palette di colori. Devo ammettere che la mia artista di riferimento, fin dai tempi dell’accademia a Bergamo, è sempre stata Pipilotti Rist.

La fotografia, invece, la uso per catturare un istante preciso e trarne, poi, un’opera d’arte. 

Nelle mie creazioni uso, in parte, anche la scultura. Al momento, però, è la pittura il mezzo della mia espressione artistica.

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Arte e lockdown: la parola ai giovani artisti – Art Nomade Milan   Art Innsbruck.

Detto ciò, ritengo che sia molto importante per un artista essere capace di utilizzare qualsiasi medium e poi sceglierne uno nel momento in cui se ne ha bisogno per una determinata opera. L’arte per me è come un gioco, nel senso che trasmette emozioni che ci conducono ad esplorare noi stessi.

–  Giovani artisti e social media: il tuo rapporto con le principali piattaforme online?

Ti dirò, il mio rapporto con i social e le piattaforme online è buono. Mi trovo bene: credo sia un ottimo modo per entrare in contatto, specialmente in questo periodo. I giovani artisti sono poco riconosciuti e hanno pochi mezzi per ottenere visibilità: i social aiutano molto nel creare network e superare le timidezze. 

– So che hai partecipato a molte mostre mercato: come ti sei trovata?  arte e lockdown

Si, mi sono sempre trovata benissimo! Mettere in mostra la mia arte e osservare come la gente la guarda e la valuta mi dà grande emozione. È un’occasione per mettersi alla prova ;).

– Italy versus abroad: ho letto che hai spesso esposto in altre nazioni europee. Come ti sei trovata? È vero che il Bel Paese offre poche opportunità ai giovani creativi?

Sì, ho avuto la possibilità di esporre all’estero ed è stato molto utile conoscere altre realtà.

Purtroppo lo confermo: in Italia per i giovani creativi è difficile vivere della propria arte. Penso, però, che non ci si debba abbattere: una volta trovato il coraggio di “buttarsi”, di proporsi anche perseverando, le possibilità arrivano. Le occasioni esistono: basta crederci e provare.

– Secondo te come è cambiato il mondo dell’arte a causa delle chiusure forzate causate dall’epidemia da COVID-19?  arte e lockdown

Il mondo dell’arte ha sofferto a causa del lockdown. I musei, le gallerie… spero che piano piano si possa tornare alla normalità.

Io stessa mi sono resa conto di quanto sia stato e sia tutt’ora difficile. Per un po’ ho smesso di fare arte. Andavo nello studio e mi domandavo: “E ora? Che cosa faccio?”. Mi sono immedesimata nei panni delle associazioni, dei collettivi, dei piccoli gruppi di artisti…

Per raccontarti un aneddoto, qualche mese fa, ho ricevuto un invito da parte di una Galleria spagnola per partecipare ad una fiera a Bruxelles, ma ho rifiutato.

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Ho detto di no perché non sapevo se ne valeva la pena in un periodo di crisi come questo. Tutto, specialmente a Bergamo, era chiuso. Non si poteva uscire nemmeno per spedire i quadri.

Dopo ho compreso quanto sia difficoltoso il momento anche per queste gallerie. In quel momento mi sono sentita frenata dall’emergenza. Adesso mi rendo conto di come sia importante portare avanti l’arte soprattutto nei momenti difficili. Così ho riscritto al gallerista ed ora siamo in contatto. Sono pronta a ricominciare.

Dobbiamo avere pazienza e lasciarci aperta ogni possibilità: dopo di che siamo liberi di fare le nostre scelte artistiche. 

– Quali sono, quindi, i tuoi progetti futuri?

I mie progetti futuri?!

Sto valutando l’idea di studiare ancora per insegnare al meglio “discipline pittoriche”, nonostante sia insegnante già da un po’. Mi piace tantissimo trasmettere la mia passione agli altri, ma bisogna sempre tenersi aggiornati. Nel frattempo sto creando nuovi lavori, che spero presto di esporre. Ho lasciato tre mostre in stand by: non vedo l’ora che la situazione si normalizzi e che le Gallerie possano riaprire regolarmente.

Le esposizioni si svolgeranno a Torino, Milano e Londra.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

In questi mesi non si è fatto altro che parlare di realtà virtuale e Musei, di digitalizzazione delle visite per sopperire alla chiusura forzata dei luoghi di cultura, causata dall’emergenza sanitaria globale.

In realtà qualcuno si era già rivolto al mondo dell’online in tempi non sospetti…

A quanto pare la riapertura degli spazi italiani dedicati all’edutainment si fa sempre più vicina. Il “liberi tutti” culturale è previsto il 18 Maggio, ma, sembrerebbe, non tutto sarà come prima.

Da assidua lettrice di ArtEconomy24, rubrica dedicata al mercato dell’arte del Sole24Ore, traspare quanto abbiano sofferto, in termini economici, tutti gli operatori del settore, soprattutto quelli di medio piccole dimensioni.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Certo, lo si poteva immaginare: quasi due mesi di stop forzato, i costi fissi da coprire e la paura di perdere il pubblico aficionado a causa della consueta formula “lontano dagli occhi, lontano dal cuore“. Così quasi tutte le realtà hanno ripiegato sull’online. Profili social, un tempo semi abbandonati, sono diventati attivissimi: dirette, tutorial…il mondo dell’arte sembra, finalmente, aver scoperto le potenzialità del web.

Meglio tardi che mai sperando che, una volta tornati alla normalità, si continuino a sfruttare queste possibilità, magari con calendari e piani editoriali ben definiti.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

In realtà c’era già chi si era accorto dei vantaggi derivanti dagli strumenti digitali in tempi non sospetti.

È il caso del MoDCA, Museum of Contemporary Digital Art.

Serena Tabacchi, co-founder, CEO e direttrice, ne ha svelato tutti i segreti a Art Nomade Milan.

– Serena, ci racconti cosa è il MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art? 

MoCDA e’ un Museo dedicato all’arte contemporanea digitale. MoCDA nasce dalla voglia di creare uno spazio virtuale, non votato esclusivamente alla promozione, ma anche alla conoscenza ed esposizione di progetti d’arte contemporanea e tecnologia. 

– Un vero e proprio Museo virtuale dedicato alla digital art, una piattaforma o entrambe le cose?

MoCDA sta diventando uno spazio interattivo online dove si potrà navigare ed esplorare l’arte digitale in queste maniere: VR (realtà virtuale), AR (realtà aumentata), XR (mixed reality), sculture 3D, generative photography, crypto arte, video arte, arte generativa e programmabile, GIFs, net art, multimedia art e molto altro. Il museo offre ai visitatori l’opportunità di comprendere come l’arte digitale venga ideata e creata dagli artisti, con attenzione all’integrazione ed alla comunicazione tra il creativo e la tecnologia.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Un esempio? L’arte creata con il machine learning, AI o la robotica. Il nostro obiettivo è quello di offrire al pubblico una visione curatoriale dell’arte che vediamo intorno a noi. Penso ai social media o ai film hollywoodiani, che spesso non apprezziamo nella loro forma artistica perché inseriti in un contesto più ampio. Gli artisti, ma anche il mercato dell’arte digitale, è in parte sottovalutato perché spesso non gli viene attribuito il giusto valore. Riconoscere l’arte digitale e dargli spazio è quello di cui ci stiamo occupando.

– Quali sono le modalità di fruizione da parte del pubblico e da parte degli artisti?

MoCDA vive online! Siamo un progetto fully digital. Ciononostante ci manca molto poter presentare arte digitale in spazi fisici come abbiamo fatto alla Tate Modern, alla Bloomsbury Gallery di Londra ed alla CADAF, Contemporary & Digital Art Fair, a Miami.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan “Random Access”, Tate Modern, Novembre 2019.
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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan   Bloomsbury Gallery, Febbraio 2020.

L’arte, le interviste live, i meet up, le visite agli studi degli artisti ed i progetti curatoriali sono visibili sui nostri social Instagram e Twitter, @mocda_ . Inoltre, su YouTube e Spotify, trovate i live e le interviste del Museum of Contemporary Digital Art. Abbiamo anche un sito internet, mocda.org ed una newsletter. 

– Visitatori, artisti, collezionisti: come fanno a consultare il materiale messo a disposizione dal MoCDA?

Quando abbiamo creato il MoCDA credevamo fosse necessario avere uno spazio fisico dove poter esporre arte digitale, ma più ci siamo addentrati in questo campo più abbiamo scoperto che la maggior parte dell’arte digitale viene fruita online, nello specifico sui social media. Tutti i nostri progetti sono sul web, molti ancora in fase embrionale come la collezione e due esposizioni. A queste stanno lavorando i nostri curatori, tra cui Eleonora Brizi, Stina Gustafsson e Chloe Diamond. Quest’anno siamo stati invitati come partner curatoriale alla prima fiera d’arte contemporanea digitale completamente online (CADAF), assieme al Lumen Prize, The Award for Art and Technology.

– Come e quando è nata l’idea del MoDCA?

L’idea e’ nata circa un paio di anni fa quando uno dei nostri fondatori, Dominic Perini oggi CTO di MoCDA, ha partecipato al primo “Art + Tech” summit alla casa d’aste Christie’s a Londra. In quell’occasione ha incontrato Jason Bailey, fondatore di Artnome, e Georg Bak. Così sono iniziate le prime conversazioni su come poter creare una collezione d’arte digitale e un museo dove esporla. Poco dopo io ho conosciuto Tom Van Avermaet, regista e curatore alla Tate Modern: abbiamo così deciso di fondare il MoDCA. Il team si è poi ampliato, includendo il supporto di rinomati consulenti in ambito arte e business development.

– Un team internazionale arricchisce, ma è anche una bella sfida. Come fate ad organizzare le attività e a coordinarvi?

Ci sentiamo spessissimo e siamo sempre connessi. Siamo un team compatto e ognuno di noi e’ impegnato in diversi progetti nel campo dell’arte e della tecnologia. Organizziamo meeting settimanali e, quando possibile, ci incontriamo di persona. La maggior parte di noi vive in Inghilterra, ma anche in Germania, in Svizzera, in Italia, in USA e in Canada. Siamo una famiglia allargata, ma molto unita. Essere disciplinati e’ molto importante quando si lavora online. Sono convinta che si risparmi molto tempo e molte risorse se si evitano spostamenti in aereo non necessari. L’ambiente ci sta a cuore e il cosiddetto “smart working” per noi non e’ una novità, piuttosto un modo per essere connessi e lavorare in maniera armoniosa accorciando le distanze.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan  MoCDA team (Dominic Perini, Serena Tabacchi, Maria Cynkier, Chloe Diamond, Georg Bak, Daniel Liau, Andreea Iosub, Marek Woloszyn)

– Avete puntato sull’arte digitale in tempi non “sospetti”: come stanno cambiando le vostre attività in questo periodo di lockdown globale? Avete, ad esempio, riscontrato un incremento delle visite?

E’ stato sorprendente vedere come moltissime istituzioni e gallerie, nel giro di poche settimane, abbiano messo a disposizione intere collezioni ed eventi online. Il  COVID19 ha lasciato musei e gallerie d’arte vuote ed era necessario trovare un modo per rendere l’arte accessibile al pubblico. Attualmente c’è una sovrabbondanza di arte ed eventi culturali online, podcast, dirette e viewing room. Si rischia di creare molta confusione tra gli appassionati del settore.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Navigare in internet e trovare quello che ci interessa e’ diventato più complicato del solito e spesso ci si dimentica addirittura cosa si andava cercando. Quello che abbiamo appreso da questa ondata di eventi online è che creare una galleria o una viewing room online non è semplice. Si devono prendere in considerazioni le cosiddette “regole di internet”. Questo e’ un punto spesso sottovalutato. 

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

A volte si crea uno spazio virtuale navigabile, perdendo di vista lo scopo per il quale lo si è generato. Internet ha rappresentato per molti uno modo per rendere accessibile l’informazione, in questo caso artistica, ma è bene porsi anche alcune domande. Stiamo involontariamente creando delle barriere per la nostra audience? Se così fosse bisogna pianificare l’architettura del nostro futuro spazio online a misura delle opere che andrà ad ospitare e dell’osservatore che vi accederà. Un percorso di questo genere richiede tempo. L’arte digitale sembra “facile” da esibire, ma è esattamente il contrario.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

L’arte “on screen” deve essere esposta, in accordo con le direttive dell’artista, sullo schermo e, come sappiamo,i generi d’arte digitale sono molteplici, tanti quanti i modi per esporre. È un processo che deve coinvolgere curatori, artisti e architetti dello spazio virtuale che studiano insieme l’esperienza da ricreare, adattandola allo location, sia questa virtuale o fisica.

– Secondo voi l’arte digitale sarà l’arte del futuro? E come si concilierà con i mezzi espressivi tradizionali e con i Musei “vecchio stampo”?

L’arte digitale è il presente e sarà sempre più apprezzata e valorizzata in futuro. I musei e le gallerie si stanno già adattando per introdurre opere d’arte digitale nelle loro collezioni. Non dimentichiamoci che le prime sperimentazioni tra artisti ed ingegneri cominciarono verso la metà degli Anni Sessanta del Novecento. Ad esempio il collettivo newyorchese E.A.T. (Experiments in Art and Technology), con a capo alcuni tra gli artisti pionieri del settore come Robert RauschenbergRobert Whitman.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Opere di quel genere sono poi entrate a far parte delle collezioni di arte contemporanea che oggi conosciamo. Uno degli aspetti più accattivanti del digital è la possibilità di esprimere la creatività dell’artista anche senza uno studio dove dipingere o scolpire. Oggi molti spazi, un tempo accessibili per alcuni artisti, sono diventati inarrivabili sia per questioni economiche, sia di mobilità. Il modo in cui viviamo e ci rapportiamo alla realtà che ci circonda è in continua evoluzione e la tecnologia fa parte del nostro modo di comunicare e creare. Inoltre il modello classico del trasporto di opere d’arte richiede estrema cura. Con il digitale ci sono moltissimi vantaggi: ad esempio si possono creare modelli 3D pre trasporto.

Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan

Le possibilità sono aumentate, ma la creatività e il talento rimangono per ogni artista il vero modo per affermarsi nel settore dell’arte e tra i collezionisti.

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Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan  Sala VR alla Tate Modern durante la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, 2018.
realtà virtuale e arte
Digitalizzazione e Musei: scopriamo il MoCDA – Art Nomade Milan Ricostruzione dello studio di Amedeo Modigliani in virtual reality, Tate Modern, 2018.

– Puoi svelarci alcuni dei vostri progetti futuri?

Al momento stiamo lavorando a diversi progetti che includono: la produzione di mostre di arte contemporanea e digitale online, la selezione della nostra collezione di arte digitale, nonché la promozione dell’educazione alla tecnologia. Il nostro prossimo appuntamento, al quale invitiamo tutti a partecipare, è la prima fiera d’arte interamente digitale, CADAF, che si terrà online a dal 25 al 28 giugno 2020, in collaborazione con Beaux Arts & Cie. Vi aspettiamo!