Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan

Caravaggio il contemporaneo

Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan

Al Mart ha aperto i battenti l’esposizione “Caravaggio. Il contemporaneo”, che accosta l’artista ad Alberto Burri e Pier Paolo Pasolini. Art Nomade Milan ha visitato la mostra in anteprima, senza lasciarsi sfuggire altre meraviglie artistico culturali trentine.

Ha fatto tanto parlare di sé, soprattutto negli ultimi decenni, ed anche questa volta non si smentisce: Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è sempre una garanzia in fatto di mostre “blockbuster”.

Questa volta però il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, propone un progetto legato al pittore meneghino interessante e sui generis.

Si parte dall’assunto che tutta l’arte sia, in un certo senso, contemporanea. La definizione di contemporaneità è legata ad un discorso temporale e non ideologico. Anche ciò che è stato prodotto in passato e continua, in un dato modo, a vivere può essere definito contemporaneo.

Il presidente dell’istituzione, Vittorio Sgarbi, ha così deciso di affiancare al “Seppellimento di Santa Lucia” del Merisi opere di Alberto Burri e un excursus su Pier Paolo Pasolini.

Al Mart l’idea di rapportare antico e contemporaneo era già stata sperimentata nel 2013 quando Antonello da Messina entrava in dialogo con la ritrattistica successiva. Si è passati poi a Bernardo Strozzi e Yves Klein e si proseguirà fino al 2022 con Raffaello e Picasso, Canova e Mapplethorpe.

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Ma che legame possono avere Caravaggio, Burri e Pasolini (con un’incursione di Cagnaccio di San Pietro)?!

Tutto parte dal “Seppellimento di Santa Lucia“(1608), prima opera sicula dell’artista, destinata alla chiesa di Santa Lucia alla Borgata e attualmente custodita in Santa Lucia alla Badia, nella meravigliosa isola di Ortigia.

Il dipinto raffigura l’inumazione della Santa nelle buie catacombe. Quasi due terzi di esso non sono occupati da figure, bensì dallo sfondo del sepolcro.

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Caravaggio il contemporaneo
Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan “Il Seppellimento di Santa Lucia”

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La forma sembra così sgretolarsi e ricordare la “non struttura” di Alberto Burri. Inoltre, nella parte inferiore della tela, il colore è talmente sgranato che rammenta i “sacchi” del celebre artista umbro.

Dunque forme che si dissolvono sia nelle opere di Caravaggio che in quelle di Burri.

Inoltre quest’ultimo era profondamente legato alla Sicilia: come non menzionare il famoso “Cretto di Gibellina“, straordinaria opera di land art sorta sulla città distrutta dal sisma del 1968?!

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Caravaggio il contemporaneo
Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan Alberto Burri, “Sacco combustione”, 1952-1958

Caravaggio il contemporaneo

Prima di passare a Pier Paolo Pasolini, il percorso espositivo propone un’opera di Cagnaccio di San Pietro, appartenente alla ricca collezione del Museo.

Nel dipinto realista è rappresentato un naufrago, prosecuzione del tema della morte e del cadavere disteso ai piedi degli astanti. La connessione alla moderne tragedie del mare è inevitabile.

Dal realismo si passa al neorealismo, giungendo a Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi artisti ed intellettuali del XX secolo.

Qui i legami con il genio deceduto nel 1610 sono tantissimi. Pasolini, nato a Bologna, si trasferì anch’egli a Roma, non prima di essere stato allievo del celebre storico dell’arte a cui si deve la riscoperta proprio di Caravaggio: Roberto Longhi.

I “ragazzi di vita” delle borgate romane, a cui Pasolini dedica anche un romanzo, assomigliano in maniera impressionante ai modelli utilizzati dal Merisi nei suoi primi dipinti romani: il “Ragazzo morso da un ramarro“, il “Bacchino malato“, il “Fanciullo con canestro di frutta“, il “Bacco” conservato agli Uffizi e l’ “Amor vincit omnia”.

Un legame che continua fino alla fine: il corpo martorizzato di Pasolini, immerso nel fango del luogo del suo assassinio, rievoca quello di Santa Lucia, tornando così al punto da cui tutto era partito.

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L’esposizione, visitabile fino al 14 febbraio 2021, non è l’unica attualmente allestita nei cinquemila metri quadri museali. Consigliatissima anche “Carlo Benvenuto. L’originale” dedicata ad uno dei più interessanti artisti contemporanei, in dialogo con de Chirico, Morandi e Guttuso.

Come preannunciato all’inizio, ho avuto la fortuna non solo di partecipare al vernissage dell’esposizione su Caravaggio, bensì di fermarmi in quel di Rovereto per alcuni giorni 🙂

La cittadina è stata una vera scoperta: paesaggi incantevoli, piste da sci a poca distanza, buona cucina e soprattutto tante opportunità per gli amanti dell’arte e della cultura.

Il tutto a prezzi contenuti, il che non guasta mai 😉

Partendo dai panorami mozzafiato merita una visita la Campana dei Caduti, memoriale dedicato alle vittime di tutte le guerre. Lo strumento nasce dalla fusione del bronzo dei cannoni degli Stati che hanno preso parte al primo conflitto mondiale. Prima di essere posizionata sul colle di Miravalle si trovava all’interno del castello cittadino, dove ha sede il Museo Storico Italiano della Guerra.

Passeggiare per Rovereto e dintorni assomiglia ad un viaggio con la macchina del tempo: dalla Grande Guerra si passa al Medioevo, visitando Castel Beseno, la più grande fortificazione trentina.

Caravaggio il contemporaneo

Castel Beseno
Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan Castel Beseno

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Sulle pendici della collina si coltiva il vitigno moscato bianco che Cantina Salizzoni, un’azienda agricola a conduzione familiare, trasforma in un eccellente vino che prende il nome proprio dal castello.

Pronti a tornare nel centro cittadino per un nuovo salto temporale?!

La Casa d’Arte Futurista Depero, a pochi passi dal Municipio, vi aspetta.

Il progetto si deve allo stesso Fortunato Depero, che ha ideato il percorso espositivo, la disposizione delle sale, i mosaici del pavimento e gli arredi, tra i quali spiccano numerosi arazzi in tarsie di panno.

Pensate che si tratta del primo e unico museo futurista in Italia e attualmente fa parte del patrimonio artistico del Mart.

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casa futurista depero
Caravaggio, un pittore…contemporaneo – Art Nomade Milan Interno della Casa d’Arte Futurista Depero

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Insomma arte, cultura, montagne a due passi dove poter ammirare gli splendidi colori autunnali passeggiando lungo il Lago di Cei, pranzi in malga da dieci e lode (consigliatissima la Malga Cimana): il Trentino, ed in particolare la Vallagarina, sono comodamente raggiungibili da Milano in poche ore di auto.

Vi assicuro: più soggiornate, più avete voglia di scoprire.

Che ne dite, prossimamente facciamo un altro giro magari alla volta di Trento?!

 

 

 

 

 

 

Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan

Arazzeria Scassa

Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan

Alle porte di Asti esiste un laboratorio di arazzi ancora in attività, dove tradizioni antichissime di tessitura incontrano l’arte dei grandi Maestri del Novecento.

Tutto inizia in un antico monastero medievale, costruito dai monaci vallombrosiani. O meglio qui Ugo Scassa decise di trasferire la sua attività più di quarantacinque anni fa.

Sto parlando della Certosa di Valmanera che, guarda caso, si trova ad Asti in Via dell’Arazzeria n.60.

Strano tema quello degli arazzi e so che gli appassionati di Fiber Art mi daranno ragione. Arte ed arredamento si uniscono per impreziosire pareti, spesso di istituzioni o altri luoghi di alta rappresentanza. Re e regine d’altri tempi facevano a gara per contendersi certi capolavori (avete presente gli Aubusson?!), che oggi vengono battuti da famose case d’asta internazionali.

Il mercato è sicuramente cambiato, come le richieste da parte dei clienti privati, ma l’Arazzeria Scassa è riuscita a rimanere in attività, fedele alla sua produzione manuale e all’alta qualità che l’ha sempre contraddistinta.

Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan

Se si entra oggi in laboratorio lo sguardo cade subito su un meraviglioso arazzo ritraente un paesaggio “De Chirichiano”.

Giorgio De Chirico?!

Ebbene sì, perché il punto di forza della manifattura astigiana è sempre stato quello di produrre tessili da cartoni dei più famosi artisti del Novecento.

Arazzeria Scassa
Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan  Arazzo creato su cartone di Wassily Kandinsky

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La trasposizione su fibra intessuta di alcuni capolavori pittorici garantisce un colpo d’occhio impressionante. La lana e le altre fibre utilizzate hanno il potere di creare un’atmosfera avvolgente per lo spettatore.

Ma cosa significa creare un arazzo partendo dal cartone?

Per riprodurre il soggetto a mezzo di trama e ordito è necessario partire da un modello, il cosiddetto “cartone”. Solitamente preparato da un artista, potremmo definirlo come il bozzetto che il maestro tessitore seguirà per produrre l’arazzo finito. A volte il cartone riporta solo i contorni del disegno e, al posto dei colori, compaiono le sigle numeriche corrispondenti.

Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan

Arazzeria Scassa
Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan  Al lavoro in laboratorio

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L’avventura di Ugo Scassa comincia nel 1957, quando decide di dedicarsi anche a questo ambito produttivo. In soli tre anni esordisce in campo nazionale con la creazione di 16 arazzi su cartoni di Corrado Cagli, Ugo Capogrossi, Giulio Turcato, Antonio Corpora, Giuseppe Santomaso. Erano destinati alla decorazione del Salone delle Feste di prima classe della turbonave “Leonardo da Vinci”.

Il legame dell’Arazzeria Scassa con il mondo della grande navigazione italiana si farà sempre più stretto, come quello con l’artista Corrado Cagli, che durerà interrottamente fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1976.

Già nei primi anni di apertura la produzione dell’Arazzeria Scassa riceve importanti riconoscimenti: nel 1963 viene inserita nella “Exposition International de Tapisserie Contemporaine”; nella III Biennale di Parigi, nell’Herbstsalon di Monaco di Baviera, fino ad arrivare negli USA (mostra “The Italian Art of Living“). Anche le istituzioni italiane e lo Stato Pontificio ne apprezzano la qualità e l’artisticità: il “Cristo Risorto” ed il “San Giorgio” entrano a far parte delle Gallerie Pontificie; “Il Narciso” viene affisso nella Sala di Presidenza del Senato della Repubblica Italiana.

Alla scoperta – Art Nomade Milan

Inoltre, sono moltissimi gli istituti di credito a commissionare nuove opere: il Banco di Santo Spirito (ora Banca di Roma), l’Istituto Bancario San Paolo di Torino (ora Intesa Sanpaolo), la Banca di Asti.

Si è calcolato che gli arazzi prodotti dal laboratorio Scassa, durante la sua lunga storia, siano circa 220. Potrebbero sembrare pochi, ma la tecnica utilizzata richiede molto tempo. Il lavoro di tessitura ad “alto liccio” è molto dispendioso in termini di energie e di tempo (circa 500 ore per completare 1 metro quadrato). Si narra che tale tecnica sia stata perfezionata in età romanica dalle monache benedettine dei conventi sassoni e poi sia stata ripresa a Parigi, nel Trecento, da Nicolas Bataille. Dalla capitale francese arrivò ai fabbricanti di Arras, Tournai e Bruxelles fino ai maestri tessitori italiani cinquecenteschi e ai “lissiers” dei Gobelins del Sei-Settecento.

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Alla scoperta dell’Arazzeria Scassa – Art Nomade Milan

Alla scoperta – Art Nomade Milan

Purtroppo il Museo degli Arazzi Scassa è attualmente chiuso. Io ho avuto la fortuna di visitare il laboratorio per gentile concessione dei proprietari. Molto spesso le opere sono esposte al pubblico grazie a mostre temporanee, come quella tenutasi lo scorso anno a Palazzo Zaguri, Venezia, ed intitolata “Da Kandinskij a Botero. Tutti in un filo”.

Dopo la scomparsa di Ugo, la vedova, la cognata ed il nipote portano avanti l’attività.

Come accade molto spesso l’urgenza attuale è quella di non disperdere tale patrimonio di conoscenze. L’obbiettivo è quello di tramandare le tecniche ai giovani e rendere fruibile il patrimonio al pubblico. I mezzi per farlo potrebbero essere un nuovo spazio museale, una fondazione, un’associazione culturale dedicata alla collezione dell’Arazzeria Scassa. Io, come tutti gli #artlovers appassionati di arte tessile, rimango in trepidante attesa di cosa ci riserverà il futuro.