Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

AKKA Project

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

Nonostante le enormi difficoltà, legate al periodo che stiamo vivendo, AKKA Project è riuscita a dare il via alla seconda edizione del suo programma di residenze. Protagonista l’artista Kelechi Charles Nwaneri. 

Classe 1994, Kelechi Charles Nwaneri, giovane artista autodidatta nigeriano, non si è lasciato intimorire dalla situazione e, arrivato a Venezia agli inizi di ottobre, ha effettuato i 10 giorni di quarantena previsti per legge, prima di gettarsi a capofitto nella creazione. In realtà anche il vivere forzatamente nello stesso ambiente, evitando i contatti con l’esterno, fornisce alla persona la possibilità di misurarsi con una situazione foriera di ragionamenti introspettivi.

A scegliere questo artista è stato il team di AKKA Project, in particolare la sua co-fondatrice e vera anima del progetto, Lidija Khachatourian. Curatrice del Padiglione Nazionale del Mozambico alla Biennale di Venezia 2019, ha fatto della promozione dell’arte contemporanea africana la sua mission.

Un lavoro enorme, considerando la frammentarietà e vastità del continente, che AKKA Project porta avanti non solo nell’hub italiano, ma anche a Dubai e ben presto in Svizzera. Corollario digitale di tutto ciò è il sito www.artandaboutafrica.com, che vi avevo menzionato qui.

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

Oltre alla vastità dell’impresa bisogna aggiungere anche una buona dose di coraggio per comprendere il lavoro di AKKA Project. Infatti il team ha scelto di portare avanti  il “vero” lavoro del gallerista, di ricerca, di investimento, di scoperta, senza arroccarsi sulle difensive ed intraprendere la più facile via del “secondo” mercato. Ovvero occuparsi esclusivamente di compravendita di artisti già noti, posizione che sembra andare per la maggiore, complice anche i tempi non rosei e i costi fissi delle strutture da coprire.

AKKA Project rimane, invece, sulla sua posizione e per la seconda edizione di  “Residenza d’artista a Venezia” ha selezionato appunto Kelechi, giovane artista nigeriano, autodidatta, che è considerato una grande promessa nel panorama artistico contemporaneo.

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Kelechi
Venezia e l’arte contemporanea africana AKKA Project Artist Residency  Kelechi Charles Nwaneri, “Portrait”.

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

Il suo lavoro mescola diverse correnti artistiche come il fotorealismo, il surrealismo ed il postmodernismo. I media utilizzati per esprimersi sono molti vari. Kelechi passa dalla matita all’acrilico, dal collage agli acquerelli, fino ad arrivare ai colori ad olio su carta o tela. Una delle caratteristiche distintive delle sue opere è l’uso dell’iconografia africana e della simbologia tribale nigeriana. Emblemi mistici ed allegorici, figure ibride umanoidi e le geometrie di Adinkra e Nsibidi, oltre a quelle dei tessuti africani Adire. I temi trattati sono, però, molto contemporanei: il cambiamento climatico, l’avvento dei social media, la simbiosi tra gli esseri umani e il loro ambiente.

La residenza, che si svolge nello Studio/Galleria di AKKA Project nel cuore culturale ed artistico di Venezia, durerà fino al 21 dicembre.

Le opere saranno poi oggetto di un’esposizione.

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

AKKA Project | Venice Artist Residency”, giunta alla sua seconda edizione, ha lo scopo di sostenere gli artisti africani autodidatti e di creare nuovi punti di incontro ed interazione con il patrimonio artistico-culturale locale ed internazionale. Lo svolgimento del progetto prevede un programma diversificato, costruito in funzione delle attitudini, interessi e tecniche dell’artista residente. Vengono inoltre organizzati talk e workshop con maestranze locali. La durata massima della permanenza è di tre mesi.

Costituisce un ottimo messaggio per il mondo della cultura il fatto che si sia deciso di portare avanti l’edizione anche quest’anno, senza optare per un rinvio.

Anzi, l’attività di promozione non si è fermata virando sull’invio, tramite posta, della riproduzione di una delle creazioni di Kelechi Charles Nwaneri.

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AKKA Project
Venezia e l’arte contemporanea africana AKKA Project Artist Residency  Kelechi Charles Nwaneri, “The tourist at the beach”.

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

Nel mentre lo spazio espositivo di AKKA, in Calle de la Verona, è stato occupato dal corpus di opere relativo alla prima edizione della residenza. Protagonista il mozambicano Rodrigo Mabunda. Il titolo della solo exhibition, che ha inaugurato il 25 ottobre, è “ENCICLOPE_DIA”. L’artista, infatti, si caratterizza per l’utilizzo di  scatole da imballaggio su cui disegna con penne biro forme, figure e soprattutto scene di vita quotidiana. Durante la residenza, che si è svolta a cavallo tra ottobre e novembre 2019, è stata anche avviata un’importante collaborazione con la Fondazione Moleskine. Rodrigo Mabunda ha creato un’opera con uno dei loro taccuini.

Il ritmo frenetico pre pandemia, Venezia affollata dai turisti in tutta la sua maestosità, ha profondamente affascinato il giovane artista mozambicano, nato nel 1985.

La serie, frutto della residenza e attualmente esposta da AKKA Project, è costituita da 15 opere, realizzate sui cofanetti dell’Enciclopedia Universale dell’Arte.

Venezia e l’arte contemporanea africana: AKKA Project | Artist Residency

AKKA Project
Venezia e l’arte contemporanea africana AKKA Project Artist Residency  Rodrigo Mabunda, “ENCICLOPE_DIA”.

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L’artista narratore ha vissuto e lavorato tra due culture diverse ed il risultato è un’indagine delle intersezioni tra il sé e l’altro. Nei suoi disegni l’intreccio onirico tra corpi, gondole, dipinti e opere monumentali, rivendica una volontà che va oltre la materialità dell’immagine. Le nozioni di luogo e identità diventano molto fluide.

Il risultato è avvincente: del resto alcune opere di Rodrigo Mabunda fanno già parte della collezione Pigozzi.

Personalmente non vedo l’ora di curiosare anche tra le creazioni che Kelechi Charles Nwaneri sta realizzando in questi giorni.

Vi assicuro che le soprese non mancheranno.

 

 

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

Art And About Africa

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

Obbiettivo: dare voce e supporto alla creatività africana. Come farlo? Ci ha pensato la nuova piattaforma online ideata da AKKA Project.

Lunedì 25 maggio si è festeggiato l’Africa Day, per commemorare la fondazione dell’Organizzazione dell’unità africana (oggi chiamata Unione africana), fondata quello stesso giorno del 1963 ad Addis Abeba. All’epoca ne facevano parte 30 dei 32 stati che avevano raggiunto l’indipendenza.

Da allora di tempo ne è passato, la storia ha fatto il suo corso tra cambiamenti politici e sociali, ma un elemento sembra non essere mutato: la difficoltà nel reperire informazioni veritiere sul continente.

O meglio, la maggioranza delle notizie che ci arrivano sono, per così dire, filtrate da media ed entità estere.

Una nuova sottile forma di dipendenza?

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

Di questo fenomeno si discute molto: ad esempio se ne è parlato nel convegno tenuto da Africa Rivista proprio questa settimana.

Ma, al di là della definizione teorica che si vuole dare, il quesito di fondo rimane: come fanno gli appassionati d’arte africana a rimanere uptodate?!

Perché se le news di politica, economia ed affari generali sono in qualche modo reperibili tramite media locali (internet dà una grande mano) il mondo della creatività rimane pressoché un territorio inesplorato.

E devo confessarvi che di cambiamenti, anche in questo settore, ne stanno avvenendo tantissimi.

Basti pensare ai risultati d’asta che ottengono alcuni artisti africani o della diaspora, all’aumento degli articoli a riguardo sulle riviste di settore e al moltiplicarsi delle mostre a tema, anche sul territorio italiano.

Chi voglia, però, andare alla “fonte”, scoprire istituzioni culturali locali, musei, studi d’artista come può fare?

Ci ha pensato Art And About Africa, piattaforma online dal 20 febbraio 2020.

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

L’idea è di Lidija Khachatourian: grande energia, competenza ed una forte passione per l’espressività del continente. Negli anni Lidija ha visitato molte nazioni dell’Africa subsahariana, conoscendo artisti e sviluppando la collezione di famiglia.

È nato così AKKA Project, incubatore e promotore di arte contemporanea made in Africa, con sede a Dubai e a Venezia. Durante la Biennale Arte 2019 Lidijia Khachatourian ha curato il Padiglione Nazionale del Mozambico.

I tempi per un nuovo progetto erano ormai maturi ed ecco che ha fatto la sua comparsa Art And About Africa.

 

Art And About Africa
Courtesy of Art And About Africa www.artandaboutafrica.com

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

L’obbiettivo del portale è sostenere e far conoscere la scena creativa, in rapida crescita, del continente africano.

Uno spazio digitale dove artisti, organizzazioni ed amanti dell’arte si connettano facilmente.

I collezionisti possono realizzare un vero e proprio itinerario di viaggio: una mappa scaricabile in PDF contenente le istituzioni artistiche, trovate sul portale, che gli piacerebbe visitare.

Basta cliccare sulla città che interessa per scoprire quali luoghi di cultura sono presenti sul suo territorio.

Fatte le proprie scelte, scaricare l’elenco è davvero un “gioco da ragazzi”. Inoltre vi è la possibilità di creare un profilo personale ed aggiungervi i punti culturali “preferiti”: una sorta di wishlist.

Il principio di base è molto semplice, ma non facilmente realizzabile se si pensa alla vastità geografica del territorio e alle profonde differenze che connotano i 54 stati riconosciuti a livello internazionale.

AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente

Inoltre i benefici di Art And About Africa per singoli artisti ed istituzioni sono tantissimi: registrandosi al sito caricano le loro informazioni e descrizioni online, mostrano le opere e raggiungono, così, un pubblico più ampio.

Anche gli organizzatori di mostre, biennali, fiere d’arte possono promuovere il proprio evento.

Art And About Africa
AAAA: Art and About Africa e la vibrante scena artistica del continente  Mappa presente sul sito di Art And About Africa www.artandaboutafrica.com

Il servizio si basa su una vasta gamma di ricerche, informazioni, competenze locali ed è stato progettato per essere  accessibile a tutti.

Un vero e proprio motore di ricerca che raccolga in un unico spazio virtuale le informazioni inerenti la scena artistica africana che, normalmente, sono disperse in una miriade di siti web locali, profili Facebook o account poco raggiungibili se non si ha un contatto diretto.

Non si tratta, soltanto, di rendere più accessibili grandi opere, ma anche di stimolare tutti i sensi degli appassionati, includendo aspetti legati alle tradizioni, alla cultura, alla musica, alla moda, al cibo e a molto altro ancora.

scena artistica del continente

Itinerari d’arte, ma non solo.

In un periodo in cui i viaggi sono limitati a causa della pandemia, AAAA non si è fermata, anzi: ha dato vita all’iniziativa artistica di crownfundingArt: an Essential Need” (ArtEN), che mira a fornire sovvenzioni di emergenza agli artisti che vivono in Africa. 

È stata così aperta una call dedicata ai creativi, invitandoli a presentare alcune loro opere. I lavori scelti entreranno a far parte della pubblicazione intitolata proprio “Art: an Essential Need”.

Hanno partecipato perfino guest artist e spazi culturali che hanno diffuso la notizia.

Dopodiché la chiamata è stata rivolta a tutti.

Sì, perché anche noi possiamo contribuire 😉

Fino al 31 maggio, quindi ancora per questa settimana, è possibile acquistare una copia dell’e-book cliccando qui.

Tutto il ricavato verrà suddiviso tra i creativi africani che hanno aderito.

vibrante scena artistica del continente

La pandemia causata dal COVID-19 ci ha dimostrato, ancora una volta, la nostra vulnerabilità livellando, in un certo qual modo, alcune disuguaglianze.

Di fronte ad una malattia sconosciuta l’umanità è ugualmente inerme.

E’ giunto il momento di dare una mano anche a chi sta al di là del Mar Mediterraneo in nome dell’arte e della cultura.