Arte e merchandising possono andare a braccetto?
È quanto si è domandata Marcella Fiore, graphic designer milanese di adozione, ideando la retrospettiva omaggio alla cittadina ligure. Alassio, suo luogo di nascita, si affaccia sul Mar Ligure ed è da sempre una rinomata meta turistica. Proprio sulla passeggiata antistante i lidi, al n. 53, negli spazi della galleria Artender, la mostra “Souvenir di Alassio. Un mare di ricordi” sarà visitabile fino al 23 ottobre 2021.
Le opere esposte fanno trasparire un’immagine della Perla del Ponente cristallizzata nel tempo, ma che sa essere viva e contemporanea grazie all’utilizzo di grafiche lineari e colori pop, che richiamano le affiche pubblicitarie di inizio Novecento fino ad arrivare agli anni del boom economico ed all’avvento del turismo di massa. Il corto circuito dei sensi dello spettatore si mette in atto proprio attribuendo ai pezzi esposti l’appellativo di “opere”. Infatti, in un lay out giocoso, ma ben strutturato appaiono borracce, shopper, grafiche, giochi da tavolo e finanche tovagliette sulle quali sono stampati i motivi a cui poco fa si accennava.
Marcella Fiore
Possiamo dunque definirla mostra d’arte? In realtà il rapporto tra creatività e merchandising è un problema annoso da affrontare. Il quotidiano britannico “The Guardian” ha esaminato l’argomento già nel 2018, analizzando il fenomeno in ascesa tra élite e pop. Pensiamo a Keith Haring che nel lontano 1986 inventò il Pop Shop, aperto a Manhattan per vendere ogni oggetto possibile, dalle stampe ai sottobicchieri ai portachiavi. Del resto suo maestro era Andy Warhol, capostipite di questo cortocircuito tra arte e consumo. Dunque nessuno svilimento dell’arte, ma piuttosto una democratizzazione del messaggio, che riesce a raggiungere un pubblico più vasto ed irrompere nel quotidiano, contaminandosi con la realtà. Anche Slavoj Zizek filosofo, sociologo e politologo sloveno, in un recente incontro con i giornalisti, ha dichiarato di passare paradossalmente più tempo negli shop delle istituzioni culturali che nelle sale.
Marcella Fiore
Senza arrivare a determinati estremi, la retrospettiva “Souvenir di Alassio. Un mare di ricordi” testimonia l’amore per la Riviera che Marcella Fiore ha ereditato dal padre, nato nel 1907 a Napoli e poi arrivato ad Alassio da giovanissimo negli anni Cinquanta del Novecento. Marcella da Alassio si è trasferita a Milano, dove ha aperto il suo studio, ma il legame con la sua terra d’origine è rimasto intatto.
Già Gino Fiore, in arte Gifio su consiglio di Filippo Tommaso Marinetti che ne ammirò alcune sue creazioni alla Mostra Nazionale del Futurismo a Roma, si dedicava alle arti applicate, ad esempio lavorando la ceramica di Albissola. Le tazze, le borracce, le grafiche di Marcella allestite a guisa di opere d’arte all’interno di una galleria, ci ricordano come i souvenir siano molto di più semplice oggettistica. Incarnano il luogo del cuore, liberandolo dai legami spaziali e temporali, consentendogli così di viaggiare assieme all’acquirente di quel piccolo oggetto. Inoltre Marcella Fiore, nel sviluppare questa linea di creazioni differenti, ha dato corpo ad un lavoro di brand identity che nel corso degli anni l’ha vista confrontarsi con l’immagine del comune ligure.
Graphic designer
La vacanza sarà anche una “moda”, come recentemente testimoniato dal libro di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi (“La moda della vacanza. Luoghi e storie 1860-1938”), ma i risvolti positivi in termini economici e di rivalutazione delle bellezze naturali, artistiche e culturali per le comunità che risiedono in quei luoghi non sono da sottovalutare. Strizziamo dunque l’occhio al turismo sostenibile e cosciente.