Fino a Ferragosto sarà possibile immergersi nell’atmosfera surreale di IN WONDER(IS)LAND, nella magica cornice dell’Isola del Garda.
Metti 9 maxi installazioni artistiche outdoor, 8 targate MAI Museum e una di una guestartist, aggiungici il magnifico paesaggio naturale dell’isola privata dei Conti Cavazza ed il gioco è fatto.
Grazie al MAI Museum, Multimedia Art Innovation, fino al 16 agosto sarà possibile vivere un’esperienza artistica immersiva a 360 gradi sul Lago di Garda. Il progetto è stato ideato dell’art directorVera Uberti, fondatrice della realtà che abbina cultura e nuove tecnologie.
” […] La nostra missione è quella di collegare il pubblico all’arte in un modo completamente nuovo, stimolando le menti, le emozioni e l’immaginazione attraverso esperienze multiple“, è quanto dichiarato proprio dalla Uberti.
Ma come è articolato il progetto?
INWONDER(IS)LAND si presenta come un’esposizione open air a fruizione libera: partendo in battello da San Felice del Benaco, porto Portese, il visitatore arriva sull’Isola del Garda e si gode l’arte inserita armonicamente nel paesaggio circostante, diventando addirittura parte di una delle installazioni. Infatti, nella magnifica residenza dei Conti Cavazza, di cui si visita anche la loggia, sono state posizionate 9 opere in un percorso che si snoda in tutto il parco. Le creazioni sfruttano le tecnologie digitali per sviluppare nuovi modi di fruizione artistica.
MAI Museum
IN WONDER(IS)LAND si ispira al racconto di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”. L’esperienza dura dalle 20.00 alle 23.00 circa e si apre con la visita guidata alla loggia della residenza e con l’aperitivo in terrazza. Dopodiché il percorso si snoda, in modalità accompagnata o libera, nell’immenso parco. La prima opera che si incontra è “I AM LATE“: insegna luminosa formata da lettere tridimensionali che si illuminano ad intermittenza.
Tutte le installazioni sono completate da luci ed insonorizzazione ad hoc.
Segue poi “DYSRHYTHMIA“, performance laser audiovisiva e cinetica che utilizza la tecnologia per modellare la luce. Richiama il battito cardiaco che simula la sensazione ansiogena determinata dall’arrivo della Regina di Cuori nel romanzo di Carroll.
MAI Museum
Il “LAGO DELLE LACRIME” (ideata da Vera Uberti con la partecipazione di KIF Italia, Daniele Davino, light design, e Furio Valitutti, sound design) è forse una delle opere più d’effetto. Delle fibre ottiche luminose avvolgono gli alberi scorrendo sui tronchi ed i rami fino a cadere nell’acqua. Queste simulano il pianto a dirotto di Alice.
ALICE
Continuando il percorso i visitatori si trovano in un’ampia radura che fa da set all’installazione che li coinvolge direttamente. Infatti il pubblico riceve una lunch box di prodotti gourmet, si accomoda per terra su tappeti e cuscini riproponendo il tea party del Cappellaio Matto.
Alice
Seguono poi: “IL GIARDINO“; “METAMORPHOSIS“, cerchi luminosi di due dimensioni in cui i visitatori possono entrare sperimentando le metamorfosi di Alice; “DOVE VUOI ANDARE?” e “SOLE DI MEZZANOTTE “: una sfera gonfiabile in nylon illuminata a led che rappresenta la speranza per un futuro radioso.
MAI Museum
La video installazione “OPEN MY GLADE” della guest artist Pipilotti Rist completa il progetto. Si tratta di un iconico self-portrait dell’artista che preme il viso contro il vetro, simboleggiando Alice imprigionata in se stessa e oppressa. L’opera è arrivata sull’isola grazie alla collaborazione con la rinomata galleria Hauser&Wirth.
MAI Museum
IN WONDER(IS)LAND è frutto proprio della collaborazione tra diverse realtà unitesi per la valorizzare del territorio. La prima mostra del MAI Museum è stata infatti patrocinata dal comune di San Felice del Benaco (BS), dalla Camera di Commercio di Brescia, dall’Associazione Artigiani di Brescia e provincia e da Visit Brescia, ente del turismo locale. Tra i partner di rilievo anche 24 Ore Cultura.
Grazie a luci, colori, musica e natura visitando IN WONDER(IS)LAND si diventa davvero parte di un sogno.
Arte e lockdown: la parola ai giovani artisti – Art Nomade Milan
Si parla tanto di cambiamenti del settore, di incertezza del futuro: gli intervistati, però, sono sempre grandi galleristi o direttori di importanti istituzioni culturali.
Ma qualcuno ha sentito i giovani artisti?!
A quanto pare la majorSotheby’s sembra navigare in cattive acque (fonte il Sole24Ore), le gallerie tentano il tutto per tutto con eventi online e maggior presenza sui social media, le fiere di settore sviluppano viewing room. E i creativi, in questo periodo di chiusura forzata, come se la stanno cavando?
Ricordiamoci che senza di loro tutta la “baracca” non starebbe in piedi 😉
I giovani artisti italiani come vedono il futuro?
Art Nomade Milan lo ha domandato ad Iris Corvino, ventottenne bergamasca che vorrebbe fare dell’arte la sua professione. Inutile ricordavi quanto la Lombardia e le provincie di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona abbiano sofferto per questa dannata pandemia globale.
Ecco cosa ci ha raccontato Iris.
– Iris, da dove nasce la tua passione per l’arte? Quale è stato il tuo percorso di studi?
La mia passione per l’arte nasce da piccolina. Pensa che a 7 anni dissi a mia mamma: “Da grande voglio fare la pittrice”. ?
Credo che questa determinazione mi abbia portato a realizzare il mio sogno, anche se non so bene se “sogno” sia la parola corretta, perché sono ancora in fase di crescita. Forse ho raggiunto un livello di consapevolezza che mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo: essere un’ artista riconosciuta per ciò che esprime e ciò che dà allo spettatore. Penso che questo sia il compito dei creativi: donare bellezza. Una bellezza intesa da ognuno di noi in modo diverso. Si devono trasmettere i valori che ciascuno ha dentro di sé e lo stupore per la vita . Il mio percorso di studi comincia dalla scelta di inscrivermi al liceo artistico di Bergamo. Dopo ho deciso di continuare nel settore e mi sono iscritta all’Accademia Carrara, dove ho frequentato il corso di “Pittura Arti visive”.
arte e lockdown
L’accademia mi ha aperto un mondo, infondendomi la capacità di vedere in maniera diversa le cose. Ho compreso quanto la comunicazione visiva sia importante. Se usata con intelligenza è potente ed esplosiva come una “bomba”: riesce ad arrivare dritto al cuore ed alla mente delle persone. Mi sono poi iscritta all’Accademia diBrera, dove ho frequentato il biennio di pittura. Milano è davvero un altro mondo. Mi ha insegnato tanto ed in accademia ho stretto delle fortissime amicizie.
– Sbaglio o l’arte è un’“affare di famiglia”?! Anche tuo padre è un artista…
No, non sbagli, è proprio così! Un”affare di famiglia”. Mio padre è un pittore da tanti anni: ha esposto per molto tempo a Bergamo e soprattutto in Città Alta, anche durante i “mercatini” della domenica. Ero e sono ancora molto orgogliosa di mio padre. Grazie a lui, alla sua meravigliosa pittura ed alla sua tenacia siamo cresciuti amando l’arte.
arte e lockdown
È riuscito a mantenere una famiglia solo con la sua arte per molti anni e io, da piccolina, vedendolo dipingere ogni giorno nel suo studio, guardando i suoi quadri, i suoi colori, le sue spatole pensavo quanto fosse meraviglioso. Credo sia stato questo il motivo che mi ha spinto a inseguire la mia passione: mio padre non ha potuto fare gli studi che ho fatto io, erano altri tempi, ma tutt’oggi mi ripete di quanto lui ora sia orgoglioso di me. Portare avanti lo spirito artistico, studiare per renderlo migliore è un dono.
–Riesci a descriverci la tua poetica…in poche righe?! Arte e lockdown
Certo! Amo trasmettere gioia e armonia con la mia arte. Vedo la bellezza nelle piccole cose e con i colori tiro fuori questa energia. Armonia, unione, individualità, forza, potenza sono all’interno della mia poetica.
– Pittura, scultura, fotografia, video arte, performance, installazioni, grafica…quale medium preferisci?!
Questa è una domanda difficile, perché io amo usare tutti i media possibili. Non amo i limiti: riesco ad esprimermi con qualsiasi mezzo.
Mi piace molto l’installazione, specialmente interattiva, che faccia riflettere lo spettatore.
Mi piace tantissimo anche la performance: recitare con il proprio corpo per trasmettere il messaggio.
Della video arte apprezzo l’utilizzo dello schermo come un pennello ed una grande palette di colori. Devo ammettere che la mia artista di riferimento, fin dai tempi dell’accademia a Bergamo, è sempre stata Pipilotti Rist.
La fotografia, invece, la uso per catturare un istante preciso e trarne, poi, un’opera d’arte.
Nelle mie creazioni uso, in parte, anche la scultura. Al momento, però, è la pittura il mezzo della mia espressione artistica.
arte e lockdown
Detto ciò, ritengo che sia molto importante per un artista essere capace di utilizzare qualsiasi medium e poi sceglierne uno nel momento in cui se ne ha bisogno per una determinata opera. L’arte per me è come un gioco, nel senso che trasmette emozioni che ci conducono ad esplorare noi stessi.
– Giovani artisti e social media: il tuo rapporto con le principali piattaforme online?
Ti dirò, il mio rapporto con i social e le piattaforme online è buono. Mi trovo bene: credo sia un ottimo modo per entrare in contatto, specialmente in questo periodo. I giovani artisti sono poco riconosciuti e hanno pochi mezzi per ottenere visibilità: i social aiutano molto nel creare network e superare le timidezze.
– So che hai partecipato a molte mostre mercato: come ti sei trovata? arte e lockdown
Si, mi sono sempre trovata benissimo! Mettere in mostra la mia arte e osservare come la gente la guarda e la valuta mi dà grande emozione. È un’occasione per mettersi alla prova ;).
– Italy versus abroad: ho letto che hai spesso esposto in altre nazioni europee. Come ti sei trovata? È vero che il Bel Paese offre poche opportunità ai giovani creativi?
Sì, ho avuto la possibilità di esporre all’estero ed è stato molto utile conoscere altre realtà.
Purtroppo lo confermo: in Italia per i giovani creativi è difficile vivere della propria arte. Penso, però, che non ci si debba abbattere: una volta trovato il coraggio di “buttarsi”, di proporsi anche perseverando, le possibilità arrivano. Le occasioni esistono: basta crederci e provare.
– Secondo te come è cambiato il mondo dell’arte a causa delle chiusure forzate causate dall’epidemia da COVID-19? arte e lockdown
Il mondo dell’arte ha sofferto a causa del lockdown. I musei, le gallerie… spero che piano piano si possa tornare alla normalità.
Io stessa mi sono resa conto di quanto sia stato e sia tutt’ora difficile. Per un po’ ho smesso di fare arte. Andavo nello studio e mi domandavo: “E ora? Che cosa faccio?”. Mi sono immedesimata nei panni delle associazioni, dei collettivi, dei piccoli gruppi di artisti…
Per raccontarti un aneddoto, qualche mese fa, ho ricevuto un invito da parte di una Galleria spagnola per partecipare ad una fiera a Bruxelles, ma ho rifiutato.
arte e lockdown
Ho detto di no perché non sapevo se ne valeva la pena in un periodo di crisi come questo. Tutto, specialmente a Bergamo, era chiuso. Non si poteva uscire nemmeno per spedire i quadri.
Dopo ho compreso quanto sia difficoltoso il momento anche per queste gallerie. In quel momento mi sono sentita frenata dall’emergenza. Adesso mi rendo conto di come sia importante portare avanti l’arte soprattutto nei momenti difficili. Così ho riscritto al gallerista ed ora siamo in contatto. Sono pronta a ricominciare.
Dobbiamo avere pazienza e lasciarci aperta ogni possibilità: dopo di che siamo liberi di fare le nostre scelte artistiche.
– Quali sono, quindi, i tuoi progetti futuri?
I mie progetti futuri?!
Sto valutando l’idea di studiare ancora per insegnare al meglio “discipline pittoriche”, nonostante sia insegnante già da un po’. Mi piace tantissimo trasmettere la mia passione agli altri, ma bisogna sempre tenersi aggiornati. Nel frattempo sto creando nuovi lavori, che spero presto di esporre. Ho lasciato tre mostre in stand by: non vedo l’ora che la situazione si normalizzi e che le Gallerie possano riaprire regolarmente.
Le esposizioni si svolgeranno a Torino, Milano e Londra.