“A Collection” ci invita a riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

A Collection

“A Collection” ci invita a riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

Unire una tradizione millenaria all’espressività contemporanea. Questo è il progetto, a cura di Chiara Casarin, ideato dal Maestro Tessitore Giovanni Bonotto. Art Nomade Milan l’ha intervistato per voi.

Qualche tempo fa, girovagando su Instagram, mi sono imbattuta in un profilo che ha catturato la mia attenzione: @acollectionart.

La sua descrizione recita: “tapestries collection by contemporary artists“.

“Forse qualcuno si ricorda di questo medium espressivo e cerca di rivitalizzarlo un po'”, ho subito pensato.

Mi sono quindi messa all’opera visitando il relativo sito web e prendendo contatti con gli organizzatori.

Ho così scoperto una collezione visionaria: 10+1 progetti artistici realizzati in arazzo dal Maestro Giovanni Bonotto, attualmente esposti al MUSE di Trento fino al 20 settembre 2020.

Ma “A Collection“, questo il nome del progetto, è molto di più, non ultimo una partnership con Arte Fiera, che ha portato alla creazione di un premio dedicato, e molto altro ancora.

Per la cronaca faceva parte della giuria del riconoscimento bolognese, destinato a scegliere il nuovo artista partecipante, anche una delle curatrici indipendenti che più stimo: Maria Chiara Valacchi.

A Collection” ha dunque invitato giovani ed affermati creativi italiani ad utilizzare la loro capacità in connubio con le più avanzate tecniche di tessitura.

riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

A Collection
“A Collection” ci invita a riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

Artisti eterogenei, è importante sottolinearlo, non fiber artist: ad aggiudicarsi il Premio A Collection durante la mostra mercato bolognese sono stati il duo milanese The Cool Couple.

Ora che le normative sanitarie lo permettono, la residenza di Niccolò Benetton e Simone Santilli potrà finalmente iniziare: si occuperanno del design di un nuovo arazzo che verrà realizzato, come i precedenti, dal Maestro Tessitore Giovanni Bonotto.

Sono convinta che ne vedremo davvero delle “belle”: come dimenticare l’installazione creata per BienNoLo?

Chissà come verrà tradotta la creatività di The Cool Couple in termini tessili…

Sono sicura di avervi già incuriosito abbastanza 😉

Cedo quindi la parola al Maestro Giovanni Bonotto, che ringrazio ancora per la disponibilità che mi ha dimostrato.

Nelle prossime righe scopriremo assieme a Lui “A Collection“.

Nel panorama dell’arte contemporanea il tessile rimane spesso nelle retrovie. Molte iniziative restano confinate a livello locale: il pubblico degli amanti dell’arte difficilmente ne viene a conoscenza. Secondo lei è davvero possibile far salire la fiber art alle luci della ribalta?

La storia dell’arazzo è millenaria. Un linguaggio universale, le cui prime testimonianze risalgono al 2000 a.C in Egitto. Dall’America precolombiana alla Francia, la produzione degli arazzi è sempre stata una strategia culturale.
Tessere è azione e metafora, performance e monito. L’arazzo è un oggetto considerato di lusso: richiede altissima specializzazione manuale, viene realizzato in tempi molto lunghi, troppo lunghi per essere accessibile a tutti. Ha avuto scopi decorativi, rituali, pubblici, commemorativi con significati politici, religiosi e sociali. È uno strumento antico, che da sempre ha avuto un pensiero contemporaneo e si fa traduttore di un sistema complesso e disarticolato, quello visivo, per realizzare esemplari inediti.

A Collection
“A Collection” ci invita a riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

Nella contemporaneità la riscoperta del valore artigianale, della produzione manuale, dell’attenzione alla tradizione si afferma ogni giorno di più. L’arazzo contemporaneo sta diventando un oggetto del desiderio dei più raffinati collezionisti. Molti artisti, che non si sono mai confrontati con il tessile, scoprono oggi, grazie ai progetti di residenza di “A Collection“, la forza della collaborazione e le potenzialità della traduzione delle loro opere in oggetti tessuti di grandi dimensioni e di straordinaria forza comunicativa.

A Collection“, inoltre, risponde alla richiesta, sempre più urgente, di dare un contributo alla salvaguardia del pianeta e di tutte le forme di vita. Con i suoi arazzi, realizzati per lo più con filati ricavati dalla plastica riciclata, valorizza l’attenzione che gli artisti manifestano verso l’ambiente.

Come è nata l’idea di “A Collection”?

L’idea di questa collezione parte da un desiderio: immaginare di poter trasformare un problema in un’opera d’arte. “A Collection è nata proprio così pensando che, con il contributo di dieci artisti italiani giovani e già affermati, avremmo potuto trasformare la maggior fonte di inquinamento del nostro pianeta in un’opportunità per la produzione di meravigliose opere d’arte. Abbiamo dunque scelto dieci creativi che hanno realizzato dei progetti destinati, fin dalla nascita, a diventare delle opere d’arte: dei grandi arazzi.

I filati sono stati ricavati dalla plastica riciclata.

A Collectionparte dall’incontro tra tecnologia, ricerca e creatività. Ingredienti fondamentali di un progetto rivoluzionario. Lusso e sostenibilità si uniscono, dando vita ad una mostra collettiva in cui troviamo le più interessanti firme dell’arte contemporanea italiana.

Riprendendo la metafora delle fibre, che unendosi in trama ed ordito creano il manufatto finito, in A Collectionsi legano arte ed ambiente. Come mai questa scelta?

Abbiamo deciso di avviare un percorso che approcciasse l’arte fin dalla sua produzione. “A Collection” nasce dall’unione di un’attività industriale professionale e dell’amore per l’arte del Maestro Tessitore Giovanni Bonotto. Ecco perché è stato spontaneo incontrare gli artisti per realizzare questo progetto: dieci arazzi composti in prevalenza da plastica che proviene da rifiuti riciclati. Dagli scarti nasce una seconda vita, all’insegna dell’arte contemporanea.

Da amante dell’espressività africana non posso non pensare ai grandi arazzi di El Anatsui…Come nascono i filati plastici che andranno a comporre le opere degli artisti scelti per “A Collection”?

 I filati nascono dalla plastica: triturata, polverizzata e rifilata.

Si tratta di un processo che ha richiesto anni di studio e che ora è stato messo al servizio della produzione artistica contemporanea.

Il punto di riferimento di un nuovo linguaggio per la realizzazione di opere d’arte inedite.

A Collection
“A Collection” ci invita a riscoprire gli arazzi d’artista – Art Nomade Milan

Torino 2019, Bologna e Trento 2020, dove esponete al MUSE a Palazzo delle Albere. Quali saranno le tappe future di A Collection”? Creerete altri arazzi oltre i 10 +1?

Ad Arte Fiera 2020, attraverso la realizzazione di un premio dedicato, abbiamo selezionato i The Cool Couple, che stanno portando avanti la residenza disegnando un nuovo arazzo. Questo si andrà ad aggiungere ai 10+1 già realizzati. Il desiderio è di poter coinvolgere altri artisti e creare nuove opere.

A Collection è un progetto in continuo divenire. Scegliamo con regolarità i creativi e promuoviamo residenze per la realizzazione degli arazzi. La collezione cresce e le opportunità espositive si rivolgeranno, presto, anche all’estero.

A Bologna avete scelto di istituire il premio sopra menzionato, in collaborazione con Arte Fiera, uno dei principali player del mercato dell’arte italiano. Secondo lei queste realtà possono contribuire alla crescita culturale del panorama artistico e non solo al fiorire del business?

Le fiere, le biennali, le mostre in galleria sono tutte attività di verifica del lavoro svolto e di partenza per nuovi progetti. Il mercato è chiaramente monitorato all’interno delle grandi istituzioni, ma è di fatto l’altro lato della medaglia. Noi ci occupiamo della parte creativa, visionaria, curatoriale e culturale. Le gallerie che rappresentano gli artisti selezionati si dedicano al mercato. È importante mantenere la specificità delle competenze in ogni collaborazione. Certamente le fiere possono essere momenti di forte approfondimento culturale e, ancor più interessante, possono essere degli indicatori privilegiati sui trend di produzione artistica, in quanto hub di forze e di proposte eterogenee.

Dall’esperienza di A Collection potrebbe nascere, in futuro, una linea commerciale di arazzi creati da artisti? Magari di differenti dimensioni, per adattarsi agli appartamenti moderni. Finalmente l’arazzo tornerebbe ad essere un’opera d’arte e un arredo di pregio, come è sempre stato nelle passate epoche storiche…

Certo! Sono già molti i collezionisti che ci chiedono esplicitamente l’opera di uno o dell’altro artista, ma, come dicevamo prima, noi lavoriamo da “artisti e curatori”, non da galleristi. Bisognerà che di questo si occupino le gallerie.  Gli arazzi che “A Collection” produce sono pezzi unici destinati alla collezione ed alle grandi mostre.

Molte storiche manifatture italiane hanno cessato la produzione. Penso alla ligure MITA o all’atelier di Elio Palmisano. Spesso sopravvivono piccoli laboratori artigianali. Come vede il futuro dell’arazzeria artistica?

Come in molti altri ambiti è necessario avere una visione a lungo termine. Si deve raccontare una storia nuova, ma storicamente consolidata. Si deve avere rigore nel metodo ed eccellere nel risultato.

Con questi ingredienti tutti i piccoli laboratori, che sono i migliori, possono crescere e continuare a produrre bellezza.

 

 

Il mercato dell’arte islamica online – Art Nomade Milan

mercato arte islamica

Il mercato dell’arte islamica online – Art Nomade Milan

Stante l’emergenza mondiale da COVID-19, tutti gli incanti si svolgono online. Esiste addirittura un’intera settimana dedicata alle vendite di arte islamica…la conoscete?!

Appuntamenti sospesi, consuete aste primaveriali newyorkesi rinviate a giugno.

Il virus non risparmia nemmeno le major del mondo dell’arte, che puntano ad abbattere i costi operativi.

È di alcuni giorni fa la notizia che Sotheby’s ha avviato un piano di tagli al personale, che porterà ad una riduzione di circa 200 dipendenti.

Christie’s, al momento, non sembra agire sulla forza lavoro interna, ma solo sui collaboratori esterni.

Entrambi i colossi hanno assicurato che non vi saranno cambiamenti all’interno dei dipartimenti specializzati, tra i quali spicca quello di…arte islamica.

Il mercato – Art Nomade Milan

Qualche giorno fa, mentre ero a “zonzo” sul web, sono capitata sul sito di Sotheby’s e mi è saltata all’occhio una definizione: “Islamic Week”.

Ebbene sì: due volte l’anno, ad aprile e ad ottobre, vi è un’intera settimana dedicata agli incanti di questa speciale nicchia di mercato. Come sempre, anche la competitor Christie’s non è da meno e sviluppa il medesimo format, all’incirca nello stesso periodo temporale.

Artcurial, invece, casa d’aste francese nata nel 2002, ha creato un evento speciale: la settimana di vendite PARIS#MARRAKECH, con aste che si svolgono a Parigi e nella cittadina marocchina.

L’azienda francese si sta facendo strada nel panorama del continente africano: ha aperto una sede in Marocco ed ha inaugurato il dipartimento di arte africana contemporanea.

Il mercato dell’arte islamica online – Art Nomade Milan

In questo frangente è però la storia di Sotheby’s ad essere davvero interessante.

La prima vendita di manoscritti islamici della casa londinese avvenne nel lontano 1755, durante la cessione di una collezione di testi provenienti dalla cittadina di Oxford. Nei secoli la major ha curato l’incanto di collezioni famosissime come la “Kevorkian Foundation Collection” (1967-83), la “Aryeh Family Collection” (1999) e la  “Khosrovani-Diba Collection” (2016). Proprio tra le mura londinesi sono stati toccati i record d’asta del settore: una magnifica pagina di un’edizione dello “Shahnameh” di Shah Tahmasp, famosissima epopea persiana (venduta per £ 7.433.250) ed un candeliere araldico mamalucco (venduto per  £ 4.521.250).

Oggi il dipartimento si occupa di miniature, ceramiche, dipinti, armi, vetro, oggetti metallici e di tutte le creazioni provenienti dal Medio Oriente fino ad arrivare, alcune volte, all’India.

mercato arte islamica
Il mercato dell’arte islamica online – Art Nomade Milan  Pagina dedicata al dipartimento di arte islamica (www.sothebys.com).

Islam – Art Nomade Milan

In questo annus horribilis, l’asta di “Arte del Mondo Islamico e dell’India“, prevista a fine marzo, è stata posticipata al 10 giugno. Tutti gli altri incanti sono finiti online.

Quindi un'”Islamic Week” primaverile un po’ sottotono, anche se alcune vendite non hanno deluso.

Tre gli eventi da seguire per gli appassionati di settore: “Modern and Contemporary African Art Online” (27/31 Marzo), “Important Works from the Najd Collection, Part II” (31 Marzo) e “The Orientalist Sale” (2/7 Aprile).

Piccolo mistero: le informazioni inerenti la vendita della seconda porzione della collezione Najd sono sparite dal sito (rinvio dell’incanto?! Sto aspettando delucidazioni dalla casa d’aste).

Assemblata durante gli anni Ottanta, la raccolta di arte orientale era la più importante al mondo in mani private. Per anni il suo proprietario è rimasto top secret. Era il milionario saudita Nasser Al Rashid.

Veniamo, però. agli incanti che si sono regolarmente svolti, il più interessante dei quali è stato la Orientalist Sale.

55 lotti, tra i quali dipinti e sculture che rappresentavano paesaggi, persone ed usanze del Nord Africa, dell’Egitto, dell’Arabia e del mondo ottomano. Dalle scene di culto alle vita quotidiana nei souq, la vendita è sempre stata un must dell’Islamic Week.

islam online – Art Nomade Milan

mercato arte islamica online
Il mercato dell’arte islamica online-Art Nomade Milan  Henriette Browne, “Una visita: interno di un harem”  Courtesy of www.sothebys.com 

La quasi totalità delle opere datava fine XIX, inizi XX secolo e molte avevano per soggetto Costantinopoli.

Istanbul, come divenne nota agli occidentali all’inizio del XX secolo, attirò tantissimi artisti, che ne rimasero incantati. Tra questi anche un italiano, Fausto Zonaro (1854-1929), arrivato da Venezia e rimasto in città quasi venti anni. Divenne una figura di spicco dei circoli culturali oltre che, per un certo periodo, pittore di corte del Sultano Abdulhamid II.

Il Corno d’Oro, Hagia Sophia, le architettura rilucenti al sole, il porto…una città che continua ad affascinare anche ai nostri giorni, come ci ricorda il celebre scrittore Orhan Pamuk. Per l’uscita de “Il Museo dell’Innocenza“, aveva dichiarato di aggirarsi spesso, macchina fotografica alla mano, per le colline della moderna Istanbul. Da quelle alture si possono ancora ammirare i paesaggi “apprezzati dalle ambasciate straniere in epoca ottomana”.

arte online – Art Nomade Milan

E di magia si tratta, visti i risultati raggiunti dai 31 lotti venduti, considerato il periodo e la datazione dei pezzi.

Infatti, tra gli addetti del settore, circola la voce che i dipinti di fine Ottocento abbiano perso di valore negli ultimi anni. Rimasti in una sorta di “limbo”, a cavallo tra modernità e mercato antiquario.

Eppure l'”orientalismo” “tira” ancora…come mai?!

Vi lascio nel dubbio aspettandovi al prossimo articolo 😉

mercato arte islamica online
Il mercato dell’arte islamica online-Art Nomade Milan Théodore Gudin, “Il Corno d’Oro“, courtesy of www.sothebys.com.