La 49esima edizione della mostra-mercato ha riservato numerose sorprese anche in campo “tessile”.
Provare per credere o meglio…leggete per scoprirle 😉
Lasciatemelo dire: occuparsi di Fiber Art od anche solo appassionarsi all’argomento richiede il coraggio di un esploratore e la pazienza di un monaco certosino.
Le retrospettive dedicate al tema si contano sulle dita di una mano, quasi sempre poco pubblicizzate.
L’amante della creazione tessile, per rimanere aggiornato, veste i panni di un moderno Indiana Jones affidandosi a giornali locali, gruppi Facebook con pochi iscritti e soprattutto al passaparola.
Esistono tante associazioni interessanti, ma a livello locale.
Poco sponsorizzate, soffrono del male che spesso attanaglia il sistema culturale italiano: la mancanza di fondi.
Eppure si era partiti bene…negli anni Sessanta le Biennali di Losanna avevano portato linfa e modernità nell’ambito dell’arte tessile.
Si era davvero al passo con i tempi con creazioni avveniristiche che nulla avevano da invidiare agli altri media artistici.
Poi, dal 1995, anno della fine della manifestazione, la Fiber Art è stata colta da una sorta di sindrome della “bella addormentata”: sonnecchiando è tornata nell’ombra in attesa di un magico e portentoso risveglio.
Piano piano il grande pubblico ha quasi scordato cosa significhi questo termine inglese e le nuove generazioni lo ignorano.
Credetemi: per chi si avvicina all’argomento è davvero difficile capire quali opere artistiche possano essere classificate come Fiber Art.
Non bisogna però essere totalmente disfattisti: negli ultimi tempi qualcosa si “muove” come dimostra il buon numero di opere tessili esposte alla 57esima Biennale di Venezia lo scorso anno.
Dunque i puristi dell’argomento mi perdoneranno se, presa dalla brama di Fiber Art, inserirò nel calderone opere di datazione differente create da artisti dediti in maniera non esclusiva al lavoro su tessuto.
Bene, animata come sempre da queste buone intenzioni, girovagando tra gli stand di Art Basel mi sono messa a cercare del tessile.
E devo ammettere che quest’anno le sorprese non sono mancate 🙂
La prima piacevole scoperta è stata il ritorno sulla cresta dell’onda di Sheila Hicks.
L’ottantatreenne artista americana ha dedicato la sua vita alla Fiber Art.
Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia dello scorso anno (come dimenticare la parete di “gomitoli” colorati dell’Arsenale?!) anche Art Basel le ha reso omaggio.
Una dedica davvero “preziosa” visto che, trattandosi di una mostra-mercato, evidenzia un rinnovato interesse da parte dei collezionisti. Nelle tre gallerie che esponevano suoi pezzi mi riempie di orgoglio il fatto che ci fosse anche la bresciana Galleria Massimo Minini.
Uno stand interessante quello della Massimo Minini che citava pietre miliari del passato come dOCUMENTA 5, diretta nel 1972 da Harald Szeemann.
Annata fortunata per la Hicks: il Centre Pompidou le ha dedicato una retrospettiva (“Sheila Hicks. Lignes de vie“) ed il Museo d’Arte Moderna della città di Parigi le ha chiesto di produrre un’installazione da esporre nella hall dell’istituzione già dominata da una scultura al neon di Lucio Fontana.
É proprio vero che quando l’interesse verso un’artista cresce le gallerie e le istituzioni agiscono di conseguenza. O è l’attività delle medesime che punta a far tornare in auge chi di dovere?! 😉
Restando in clima d’oltralpe la Galerie Lelong ha dedicato l’intero stand a Etel Adnan. La poetessa e saggista libanese-americana è anche un’artista visuale che oltre ad oli ed acquerelli ha creato dei magnifici arazzi. Le sue opere sono forse ancora poco conosciute in Italia, nonostante una sua tela sia presente nella collezione del Castello di Rivoli.
La tessitura è stata una sorta di metafora della vita per la Adnan, come esplica nel suo libro “Life is a weaving“.
Purtroppo non esiste ancora un volume dedicato alla sua produzione tessile, come confermatomi della responsabile della galleria.
Anche Ghada Amer attribuisce significati profondi alle sue composizioni, nate da un mix di media differenti tra cui filati di varia natura. Interessante che tra le tre gallerie che la proponevano ce ne fosse una asiatica (Kukje Gallery).
Ma chi quest’anno ha veramente stupito i Fiber-amanti è stata la messicana Galeria OMR dedicando un’intera parete agli arazzi di Yann Gerstberger, giovane artista di 35 anni.
Gerstberger, nato a Cagnes sur Mer, dopo gli studi a Marsiglia ha deciso di stabilirsi a Città del Messico.
Del resto l’America del Sud è la culla di tradizioni tessili particolari ed antichissime.
La brasiliana Galeria Luisa Strina ha esposto opere che ricordano in piccolo gli intrecci di Ernesto Neto, un altro big dell’ambito. Come non ricordare le sue “reti”, di cui una esposta anche all’Expo 2015 a Milano?!.
A conti fatti il vero exploit lo si è però raggiunto nella sezione Unlimited, grazie alle dimensioni monumentali delle opere.
Ben tre lavori si potevano ascrivere al panorama della Fiber Art:
- Polly Apfelbaum, “Deep Purple, Red Shoes II”, 2015 (cotone e lana tessuti e colorati a mano) patrocinata dalla Frith Street Gallery di Londra;
- Josep Grau-Garriga, “Hores de llum I de foscar”, 1986 (arazzo di cotone, lana, seta, fibre sintetiche e stracci) promosso dalla Galerie Nathalie Obadia. Garriga è stata una figura fondamentale per la diffusione dell’arte tessile. A lui ed al committente Miquel Samaranch si deve la nascita del Museo del Tappeto Contemporaneo di Sant Cugat del Vallès in Catalogna;
- Sam Gilliam, “Untitled”, 2018, installazione della Davis Kordansky Gallery di Los Angeles. Se consideriamo le modalità di creazione l’opera dell’astrattista americano è quella che rimanda meno alla Fiber Art. Ciò che però colpisce è che Sam Gilliam abbia scelto, per un lavoro monumentale, il tessuto come miglior mezzo di espressione delle sue capacità pittoriche.
Sicuramente il numero delle opere tessili esposte superava quello di Art Basel 2017. Inoltre potrei essermi persa qualche lavoro, viste le 290 gallerie presenti.
Comunque la speranza sorge spontanea…che la Fiber Art, “bella addormentata”, abbia trovato il principe capace di risvegliarla dal sonno eterno?!
Con questa auspicio vi lascio ad una carrellata di altre immagini 🙂