Nicola Agus Mediterraneo e sonorità. La ricerca di Nicola Agus – Art Nomade Milan
Esploriamo i suoni della Sardegna e del Mediterraneo grazie ad un giovane musicista e compositore
Galeotta fu…una puntata di “Linea blu” in un sonnacchioso sabato di luglio, quando si sogna il mare, ma è la circonvallazione milanese a farla da padrone.
È così che ho conosciuto Nicola Agus, televisivamente parlando 🙂
La puntata della storica trasmissione RAI era dedicata alla Sardegna e Nicola, compositore e musicista polistrumentista, sardo doc, presentava uno strumento creato da lui: l'”Eram“.
Sonorità mediterranee che mi hanno subito attratta, ma sarà lui stesso a raccontarsi nelle prossime righe.
PS: il passo successivo per raggiungerlo terminata la puntata TV?! Andare a cercarlo sui social network 😉
Ecco a voi l’intervista ⬇️⬇️
– Compositore e musicista polistrumentista, Nicola da dove nasce la passione per la musica? Nicola Agus
La passione per la musica nasce già da bambino: i miei giochi erano gli strumenti musicali. Ho capito da subito che senza di essa la mia vita non sarebbe stata la stessa. Così, piano piano, ho iniziato a comprenderla, studiarla e poi divulgarla. Oggi, finalmente, sono compositore. Ho seguito il percorso universitario in “Composizione e didattica” al Conservatorio Pierluigi da Palestrina di Cagliari.
– Gli strumenti con i quali è iniziata la tua avventura sono le Launeddas. Ci spieghi cosa sono?
In realtà la mia avventura non nasce solo con le Launeddas, ma queste sono uno dei tanti strumenti che hanno accompagnato il mio percorso. E come se le Launeddas stesse mi abbiano chiamato per dargli una nuova vita. Si sono diffuse in Sardegna a partire dall’anno Mille, ma si possono trovare strumenti con iconografie simili anche al di fuori dell’isola. La differenza è che nella mia terra le Launeddas non sono state dimenticate: da lì a considerarle autoctone il passo è stato breve.
Nicola Agus
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Io stesso, però, metto in dubbio la loro origine sarda, poiché erano presenti in diverse aree del Mediterraneo e non solo. In sostanza le Launeddas sono uno strumento polifonico, ad ancia battente idioglottide semplice, costituito da tre parti. Una canna fa il basso e il continuo, le altre due il canto e l’accompagnamento o semplicemente la melodia. Lo strumento viene suonato con la “respirazione circolare”. Questa modalità è stata riscontrata anche in Australia, in Spagna ed in Egitto, con altri tipi di strumenti.
– Le tue sonorità abbracciano il bacino del Mediterraneo: sono stati fondamentali i molti viaggi che hai fatto all’estero. Quale paese ti è rimasto più nel cuore?
Forse il paese che mi è più rimasto nel cuore è la Spagna, poiché è la terra dove il mondo celtico incontra quello arabo e mediterraneo, con influenze gitane. Un mix che è stato la mia grande fonte di ispirazione.
– Dalle Launeddas alle…cornamuse: la Gaita, la Mezoued, la cornamusa bulgara e quella scozzese. Il tuo amore per questo strumento ti ha portato a condurre una ricerca approfondita. Cosa accomuna questi paesi, così lontani geograficamente, da un punto di vista sonoro? Nicola Agus
Molto li accomuna. La mia ricerca si basa sul capire cosa musicalmente, e dal punto di vista della strumentazione, vi sia di simile e di diverso. Il mio scopo è quello di ricavare determinate sonorità, a cui aggiungo la mia impronta per inserirle nel cosiddetto filone New Age. Inoltre mi impegno nel far conoscere strumenti delle tradizioni folkloristiche. L’obbiettivo è di avvicinarli al grande pubblico. Fargli ottenere l’attenzione che meritano, similmente agli strumenti più moderni.
– Sul canale YouTube “Nicola Agus” hai pubblicato una composizione intitolata “The Arabic” ed un’altra chiamata “Oriente”. Che aspetti ti affascinano del Medio Oriente? Hai mai indagato le sonorità dell’Africa subsahariana?
Effettivamente sul mio canale YouTube ci sono diversi brani che viaggiano in quella direzione. In realtà non indago semplicemente la musica locale e gli strumenti che la caratterizzano, ma cerco di imparare a suonare quei medesimi strumenti per creare un mondo nuovo. Le tradizioni mi ispirano, ma poi mi occupo di dare una nuova vita agli strumenti poco conosciuti, poco considerati e che rimangono spesso confinati in contesti folkloristici. Voglio “respirare aria nuova” e lo voglio fare attraverso la composizione di melodie adatte a questa tipologia di mezzi.
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– Stai dando molto spazio, sui tuoi profili social, all’utilizzo di strumenti “home-made”. Vuoi raccontarci qualcosa di più su questo progetto? Si possono ottenere davvero delle buone sonorità con oggetti del vivere quotidiano? Nicola Agus
Sì, si possono creare ottime sonorità anche con gli oggetti più banali: una pianta non nasce per esser chitarra o violino, è l’uomo che ricava strumenti dal legno. Ogni cosa genera musica, genera suono, basta ascoltare e capire. Soprattutto non si devono avere delle barriere nella musica: è un mondo in continua evoluzione. Si decide sul campo che cosa suonare, con che effetto e con quali strumenti.
– Per la nostra conoscenza galeotta fu…una puntata di “Linea blu” ? Ci racconti qualcosa di più sul famoso “Eram”?
L'”Eram” nasce dalla piena di un fiume che, qualche tempo fa, ha portato una quantità enorme di canne a depositarsi sulla costa. Ho sempre costruito strumenti di bambù, ma questo evento è stato eccezionale: gli arbusti ricoprivano l’intera spiaggia. Così ho deciso di creare qualcosa di nuovo, che raccontasse del mare. Il suo stesso nome parte da lì. Non il solito strumento a fiato, ma a corda: le corde che vibrano ricordano le onde. Per la scelta di quest’ultime mi sono ispirato ad uno strumento arabo, riallacciandomi simbolicamente al fenomeno migratorio proveniente dall’Africa. La disperazione che ho letto nei loro volti. Il suono dell'”Eram” è diventato quello del Mediterraneo. Le canne di bambù trascinate dalla piena assomigliavano alle persone che arrivano in Italia sperando in una vita migliore. L'”Eram“, a sua volta, è in cerca di esistenza nel mare della musica.
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– I nostri amici dove possono trovarti? Quali sono i tuoi progetti futuri? Un disco, un tour? Nicola Agus
Mi potete trovare sui principali social network, rimanere aggiornati grazie al sito web, ascoltare i miei brani su YouTube. Purtroppo, vista la situazione sanitaria globale, per i tour devo ancora attendere.