Come annunciato continua il nostro viaggio a puntate alla scoperta delle tradizioni di questa magnifica Isola
tradizione tessile sarda
PARTIAMO DALLE BASI: IL TELAIO
Dovete sapere che il telaio sardo tradizionale monta 2 o 4 licci. Quando ne monta 4, rispetto al telaio delle altre zone d’Italia, non ha carrucole o bilancieri.
In Sardegna si utilizzano storicamente due tipi di telaio: quello verticale (inclusa la variante obliqua) e quello orizzontale. Il verticale ha un’origine più antica derivante dalla sua struttura estremamente semplice. Non si può comunque escludere che storicamente sull’Isola, coevi a quello verticale, esistessero telai orizzontali assai più elementari rispetto a quelli tradizionali ancora in uso, che hanno pedaliera e gruppo di licci.
Il telaio orizzontale è presente in tutta la Sardegna e moltissime famiglie l’hanno utilizzato fino ai primi decenni del Novecento. Il verticale, assai diffuso nel centro del territorio, scompare già alla fine dell’Ottocento, anche se in alcuni centri della Barbagia e del Goceano (subregione storica della Sardegna centro-settentrionale) è rimasto in uso fino ai primi decenni del secolo scorso.
tradizione tessile sarda
Complice il fatto che il sardo sia una vera e propria lingua neolatina (come italiano, francese, rumeno, spagnolo, portoghese), nata cioè dalla fusione del latino dei conquistatori romani con le parlate locali, la tradizione della tessitura ha sviluppato tutta una serie di termini specifici per indicare i materiali, i prodotti finiti e soprattutto le fasi di lavorazione. Pensate che, a volte, questi vocaboli differiscono a seconda della materia prima utilizzata. Ad esempio il ciclo di lavorazione della lana adotta parole differenti da quello delle altre fibre. I termini hanno poi sottili diversità a seconda delle zone geografiche di utilizzo all’interno dell’Isola stessa.
Una prova?!
La cardatura della lana, operazione che precede il processo di filatura, viene indicata con karminare (varianti locali: kraminare, graminare, ipgraminare, laminare, barminare, arminare). Insomma servirebbe un’intera pubblicazione specifica che si dedicasse solo al lessico ?.
Sardegna
Dalle parole si passa ai simboli ed è così che la tessitura sarda diventa un vero e proprio linguaggio.
DECORAZIONI E SIMBOLI
Come per ogni altra realtà geografica gli apparati iconografici dei tessili sardi dipendono dagli eventi storici, politici, economici ed ambientali che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Agli elementi decorativi e cromatici autoctoni se ne sono sovrapposti altri importati da luoghi anche molto distanti, modificati in modo da inserirsi senza eccessivi contrasti.
Insomma, un vero e proprio sincretismo culturale.
Si possono così individuare varie categorie decorative raggruppabili in: motivi geometrici, naturalistici (fito-zoomorfi), antropomorfi, religiosi ed araldici.
I primi sono i più antichi e i più semplici, presenti in tutte le culture e in tutti i periodi della storia umana. Alcuni di essi sono portatori di particolari messaggi simbolici: il quadrato e il cerchio irradiano armonia; l’ondulato rappresenta il mare, il dentellato le montagne, la losanga l’ombelico o l’occhio.
Nelle coperte di lana, le cosiddette fressadas o burras tessute soprattutto nel Nuorese, si ritrovano un sacco di elementi sopra descritti.
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Veniamo ora ai cosiddetti “patterns naturalistici” che sono sicuramente i più diffusi nei tessuti e nei ricami della Sardegna, ancora presenti nei manufatti otto-novecenteschi e tramandati fino ai nostri giorni. Soprattutto il simbolo dell’“albero della vita” è molto rappresentato, con i significati di ciclicità dell’esistenza umana e di perpetua rigenerazione. Molto antiche sono, invece, le raffigurazioni della peonia e del fior di loto, di chiara derivazione orientale. Quest’ultimo è emblema di purezza e saggezza.
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Su molti manufatti tessili dell’Isola si ritrova poi il tralcio di vite con grappoli d’uva, benaugurale per quanto riguarda fertilità e abbondanza, un po’ come la spiga di grano.
Grande successo ha pure il fiore di cardo: pianta che cresce spontaneamente, commestibile, utilizzata anche per cardare la lana una volta essiccata, rappresenta l’austerità e la longevità. Molto rappresentato è il garofano assieme ai tulipani.
A questo punto possiamo affermare che la Sardegna ha in qualche modo sviluppato dei contatti con l’Oriente, non solo per le innumerevoli simbologie fitomorfi accomunabili, ma anche per quelle zoomorfe. In assoluto l’animale più presente nei tessili dell’Isola è l’aquila, seguita dal pavone. Altrettanto popolari sono il cervo, il toro ed il cavallo con o senza cavaliere al seguito.
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Vi aspetto la prossima settimana per scoprire insieme i materiali utilizzati nella tessitura.
Si ringraziano @visitsardinia e @cagliariairportofficial