Chef Comanda Colore è un progetto curatoriale nato dalla collaborazione tra No Title Gallery, Venice Underground Artists e lo chef Ivan Lampredi, che si propone di fondere il mondo delle arti visive e quello della cucina.
Continue readingDalla Spagna all’Italia indagando il subconscio umano
Quindici artisti, italiani ed internazionali, si sono lasciati ispirare da due delle muse per eccellenza della storia dell’arte, omaggiando al contempo la figura femminile. È nato così il progetto espositivo “Da Dante a Beatrice con gli occhi del domani”, inaugurato lo scorso dicembre in occasione della 17esima Giornata del Contemporaneo.
Continue readingTradizioni tessili sarde: i materiali della tessitura
Nella terza puntata del nostro viaggio virtuale scopriamo le materie prime utilizzate sull’Isola
LANA, LINO, CANAPA, COTONE, SETA, BISSO
La Sardegna è ricchissima dal punto di vista delle risorse, tanto è vero che nel corso della storia sull’Isola sono state usate quasi tutte le materie prime naturali utili in ambito tessile. Molte delle informazioni di seguito riportate sono giunte fino a noi grazie ad importanti documenti conservati negli Archivi dei capoluoghi.
Decorazioni e simboli nell’arte tessile sarda
Come annunciato continua il nostro viaggio a puntate alla scoperta delle tradizioni di questa magnifica Isola
Continue readingTradizioni tessili sarde: un approfondimento
Ogni settimana vi accompagneremo alla scoperta di questa magnifica isola e dei suoi usi e costumi
Continue readingQuando la poesia si trasforma in immagini…pungenti
Dalle parole scritte all’arte digitale con l’obbiettivo di una profonda riflessione: ecco chi è l’artista Giulio Marchetti
Giulio Marchetti
Romano, classe 1982, Giulio non è uno che le manda a dire: irriverente, provocatorio, le sue opere digitali sono strali che vanno sempre a segno, senza per questo perdere quella sottile eleganza che contraddistingue tutta la sua poetica.
Forse ironia e sarcasmo solo le parole che meglio potrebbero definire la poetica dell’artista, contraddistinta da uno humor inglese che non perde mai l’aplomb seppur inducendo ad una profonda riflessione. Molto probabilmente questa sua abilità gli deriva dal retroterra di poeta, percorso che lo ha portato ad essere insignito di numerosi premi.
Dalla penna al mouse il passaggio è stato facile, come ci spiegherà Giulio stesso nelle prossime righe. Del resto, quando si è artista lo si è a trecentosessanta gradi, indipendentemente dalla forma espressiva adottata. Anzi quest’ultima dipende da un insieme di fattori contingenti come stati d’animo ed ambiente che ci circonda. Infatti è stato proprio durante la pandemia che Giulio ha scoperto in sé questa ulteriore vena creativa, che lo ha portato ad esordire con un’opera che di certo non è passata inosservata: “Dramazon”.
Giulio
Da lì in poi è stato un susseguirsi di pungenti idee creative che invitano lo spettatore a riflettere su come i pilastri della nostra società siano minati dall’interno. Viviamo di gesti ripetitivi, svuotiamo di senso tradizioni ed ideologie religiose e civili che siano per sostituirle con una sola grande divinità: il fagocitante mondo del denaro e del consumo.
L’arte di Giulio però non è disfattista, la luce in fondo al tunnel si può ancora raggiungere: basta ravvedersi, accorgersi delle derive dell’umanità e fermarsi in tempo.
D’altronde non è forse compito degli artisti riflettere in maniera approfondita sul quotidiano, accorgersi prima di molti altri della piega che stanno prendendo i fatti ed avvertire il grande pubblico?
Ed è proprio per questa loro capacità previsiva che molto spesso non vengono compresi dai coevi, ma adorati dai posteri, come ci insegna la storia dell’arte.
Ma adesso io mi zittisco e lascio che sia Giulio a parlare di sè e della propria arte.
Giulio Marchetti
E.R. Chi è Giulio Marchetti? Raccontaci qualcosa di te e della nascita del tuo percorso creativo
G.M. Nasco poeta. Ho iniziato a pubblicare giovanissimo ed ho ottenuto molti riconoscimenti.
E.R. Dalla poesia alla digital art: come è avvenuto questo passaggio tra i due mezzi espressivi?
G.M. La poesia è la nicchia di una nicchia. La Digital Art ha un potenziale divulgativo teoricamente maggiore.
E.R. Parola scritta ed arte visuale sono poi mondi così distanti?
G.M. Assolutamente no. In Italia, per quanto riguarda l’arte moderna e contemporanea, penso agli arazzi di Boetti ed alle cancellature di Isgrò. In periodi più recenti, penso invece ad un ciclo molto interessante di Alfredo Rapetti Mogol.
Arte
E.R. C’è qualche grande artista del passato dal quale hai tratto ispirazione o che senti più affine?
G.M. Per il mio attuale percorso artistico, mi piace immaginare una miscela esplosiva tra Banksy e Jeff Koons. Detto ciò, i miei miti personali sono anche altri. Uno su tutti, Félix González-Torres.
E.R. Quanto ha influito la pandemia ed i relativi lockdown su Giulio Marchetti artista?
G.M. La pandemia ha influito sulla mia produzione artistica nella misura in cui si sono ristretti i mezzi espressivi a disposizione. Ecco la Digital Art.
E.R. Le tue opere digitali illustrano il presente con una sottile vena di amarezza e disincanto che, a volte, si trasforma in una vera e propria critica sociale. Da cosa nasce questo approccio?
G.M. L’arte deve smuovere qualcosa. Deve stimolare, talvolta infastidire, persino irritare…
Giulio Marchetti
E.R. Le tue composizioni più celebri ironizzano sulle festività classiche: come mai questa scelta?
G.M. Nelle festività classiche si concentrano e, pertanto, si evidenziano, le storture sociali tipiche dei nostri giorni.
E.R. Si sta avvicinando il Natale, periodo in cui avevi lanciato la tua celebre opera “Dramazon”. Cosa bolle in pentola quest’anno?
G.M. Dramazon per i miei standard è insuperabile. Però bolle in pentola un’opera per capodanno.
E.R. Puoi svelarci alcuni dei tuoi progetti futuri?
G.M. Una mostra fisica. In uno spazio espositivo prestigioso. Dopo le incertezze della pandemia.
State pur certi che nei prossimi mesi sentirete ancora parlare di lui ?
Da Dante al digitale, passando per la Divina Commedia
Cosa hanno in comune Dante e la tecnologia?
E soprattutto si possono unire arte e letteratura?
A quanto pare sì e l’anello di congiunzione è The Visual Agency. La società, tra le prime al mondo specializzate in data visualization e information design, ha ideato e realizzato la prima applicazione multimediale che utilizza la visualizzazione dei dati per raccogliere, catalogare e far interagire le opere d’arte dedicate alla Divina Commedia con i versi del Sommo Poeta. Praticamente settecento anni di creatività, da Sandro Botticelli a Joseph Anton Koch, che ha tratto libero spunto dall’opera simbolo del maestro della lingua italiana. In realtà non è la prima volta che l’agenzia milanese si cimenta nell’ambito della digital humanities. In occasione delle celebrazioni leonardesche avevano digitalizzato il Codice Atlantico. Oltre che online il progetto è consultabile a Milano alla Pinacoteca Ambrosiana dove è installato uno specifico totem.
Dalla Terra alla Luna grazie alle opere di Daniele Cabri
Possiamo restituire vita e sacralità ad un oggetto inanimato?
Osservando le creazioni di Daniele Cabri assolutamente sì. L’artista, classe 1965, ha scelto un’inusuale base per le sue composizioni: pelle conciata di recupero che viene scalfita, lavorata a fuoco, incisa. Il percorso espositivo di cui è protagonista a Bologna presso lo Studio Cenacchi, fino al 20 Novembre, si configura come un vero e proprio cammino iniziatico. “AD LUNAM”, questo il titolo della mostra, presenta oltre 90 lavori dell’artista partendo dal piano terra, dove si è accolti da immense figure umane, che hanno il compito di accompagnare metaforicamente nella visita.
Fernanda Carrillo vince la prima edizione del Premio Massimiliano Galliani
Fernanda Carrillo vince la prima edizione del Premio Massimiliano Galliani per il disegno under 35
L’artista messicana sarà la protagonista di una retrospettiva a Casa Cavezzi all’inizio del 2022
Classe 1995, nata a Città del Messico, Fernanda Carrillo è stata scelta da una rosa di finalisti estremamente valevoli. I giurati, Omar Galliani (artista), Giuseppe Stampone (artista), Alberto Zanchetta (critico e curatore d’arte), Davide Zanichelli (Direttore della Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia) e Fausto Torelli (Sindaco del Comune di Montecchio Emilia con delega alla Cultura) hanno così motivato la vittoria: «Nell’opera di Fernanda Carrillo permane la tradizione del “disegno” aperto alla contemporaneità, in un congiungersi e dialogare continuo. Ricerca introspettiva dove gli stati d’animo dell’artista si fondono a quelli di una natura in continuo divenire. Morfologia dell’anima e della natura».
AMART – Antiquariato a Milano: boom di presenze per l’edizione 2021
Si spengono i riflettori sulla mostra mercato al Museo della Permanente con un ottimo successo di pubblico e critica.
Sessantotto gallerie partecipanti, migliaia di opere esposte di eccezionale rarità artistica e storica: dal 27 al 31 ottobre il Palazzo della Permanente si è trasformato in una gigantesca wunderkammer. Dallo Stipo Architettonico con Arione con Arpa su un Delfino (1550-1600) del Museo Poldi Pezzoli, una partnership di pregio quella con l’Associazione Antiquari Milanesi che ogni anno si rinnova, al Suzuribako giapponese in lacca e oro, dalla rara coppa rinascimentale di diaspro di Ottavio Miseroni alla “Madonna con bambino e cherubini” del Della Robbia. Mobilio, tele, sculture, ceramiche, gioielli, arte extra-europea: il minimo comune denominatore dei pezzi esposti ad AMART 2021 è stata la qualità di livello museale.
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