Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

Arte Fiera 2020

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

Arte Fiera

Con una settima di anticipo rispetto al passato, Bologna apre le danze dei grandi appuntamenti italiani legati al mercato dell’arte. 

Arte, tortellini, elezioni: queste sono state le tre parole chiave della mia full immersion nel capoluogo dell’Emilia Romagna.

Avevo già visitato Bologna un paio di volte, sempre a “spizzichi e bocconi”: due anni fa per Arte Fiera (con un salto anche a Villa delle Rose ed al MAMbo dove era in corso Revolutija) e l’anno scorso per la mostra Ex Africa.

Questa volta sono riuscita finalmente a vivermi l’art week in toto! 4 giorni, tre fiere, i progetti di ART CITY e pure una White Night. Come se non bastasse sono arrivata nel pieno del fermento elettorale…curiosi di sapere come è andata?!

Eccovi accontentati!

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan Arte Fiera

Arte Fiera

44esima edizione, 155 gallerie, 345 artisti in totale, sempre Simone Menegoi al comando, coadiuvato da Gloria Bartoli. Questi i numeri della kermesse che si è svolta dal 24 al 26 gennaio in una location nuovissima: i padiglioni 15 e 18 del quartiere fieristico bolognese. Non è stato semplice raggiungerli: l’ingresso Nord è diventato una sorta di stargate per i visitatori 😉

Nel padiglione 18, dedicato alla proposta maggiormente storicizzata, primeggiavano i big player del settore: Mazzoleni, Tornabuoni, Galleria dello Scudo e la storica bolognese GAM, tornata dopo ben 11 anni di assenza.  A Roberto Casamonti è stato assegnato il premio ANGAMC 2020 alla carriera, per aver portato il marchio Tornabuoni Arte ad essere conosciuto a livello mondiale.

In questa edizione sono anche riuscita a visitare molti “sancta sanctorum”: le piccole porzioni di stand in cui le gallerie tengono i pezzi non esposti.

Alcune chicche?! Contini Art si è distinta per l’allestimento scenografico dello stand, merito delle opere di grandi dimensioni di Manolo Valdes e Igor Mitoraj in primis.

Curiosa anche la proposta della Galleria d’Arte Cinquantasei: possedere una bella credenza di Giacomo Balla non sarebbe male 😉

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

Pro e contro di una Bologna Art Week al...bacio!!
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Contini Art

Ma i pezzi che mi hanno rubato letteralmente il cuore li ha presentati, tra gli altri, la Galleria Forni. Sono o non sono Art Nomade Milan?! Le maschere di Garel Quentin hanno da subito attirato la mia attenzione.

Arte Fiera 2020
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Galleria Forni, Garel Quentin Masque d’Orang, 2019

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan Arte Fiera

Ho anche trovato una galleria specializzata nel tessile: la modenese Verolino.

Buona la scelta di aver posizionato l’editoria a cornice del padiglione d’ingresso. Flash Art, content partner dell’edizione, proponeva le pubblicazioni di Marcello Maloberti ed il catalogo de Il Soggetto Imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia. Entrambe campeggiano già da un po’ nella mia wishlist 🙂

Un’acquisto comunque l’ho fatto.

Le carte da gioco per amanti dell’arte create dalla casa editrice toscana Gli Ori. Prossimamente ve le mostrerò in un video.

Passando al padiglione 15 una menzione speciale va alla sezione dedicata alla pittura curata da Davide Ferri. La Pinksummer Contemporary Art di Genova, inserita proprio in questa section, ha presentato una monografica di Jorge Queiroz. Altre proposte interessanti sono state quelle della Galleria Poggiali (Goldschmied & Chiari), della Monitor (Matteo Fato), della Maab Gallery (Susanne Kutter) e di Renata Fabbri (Sophie Ko). L’artista georgiana, di stanza a Milano, è una delle protagoniste della mostra che si è aperta a Milano da Building, Via Monte di Pietà 23.

Il miglior allestimento?! Se la sono giocata la napoletana FontiDavide Paludetto, il cui stand è stato curato dalla Startarch. Il gallerista torinese ha riproposto, tra gli altri, le opere di Paolo Grassino che tanto successo avevano ottenuto a Palazzo Saluzzo Paesana.

Arte Fiera 2020
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Stand della galleria Fonti

Eva Brioschi, nota storica dell’arte, ha poi curato la mostra L’opera aperta (Courtesy Emilia Romagna) e all’artista Eva Marisaldi è stato affidato il compito di creare un’opera ad hoc per Arte Fiera 2020, intitolata Welcome.

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan Arte Fiera

Paratissima

Ormai di diritto lo spin off più importante delle maggiori fiere italiane, Paratissima non ha deluso nemmeno in questa terza edizione bolognese.

In particolare un plauso va alla sezione Think Big, progetto espositivo curato da Francesca Canfora e Laura Tota e dedicato a opere di grandi dimensioni. Omini di pane a grandezza naturale, giganti meccanici, sacchetti a forma di nuvole da cui piovono fiori e farfalle di plastica, sindoni vegetali che hanno assorbito l’acqua alta di Venezia: queste le 4 proposte selezionate tra 25 candidature. Gli artisti?! Labadanzky, Matteo Lucca, Gaia Bellini Filomena Guzzo.

Interessante in particolare la proposta di Matteo Lucca (uomini di pane) e il lavoro tessile di Gaia che unisce passione per i tessuti e le tinture vegetali.

Il concept proposto per l’evento si intitolava NEEDS: un’indagine artistico-sociale sui bisogni primari (e non) della società contemporanea, partendo dalla famosa canzone dei Beatles All You Need Is Love (1967), che inneggia alla necessità di riconoscere il valore universale dell’amore e della pace.

I 91 artisti partecipanti hanno proposto opere particolari, individuando per le proprie creazioni i tag riconducibili ai bisogni a cui si ispirano. Perchè Paratissima è una mostra mercato sui generis: gli artisti presentano direttamente le loro opere, senza bisogno di galleristi (fatta eccezione per la sezione dedicata agli operatori, inserita nella tappa torinese).

Cibo, ambiente, desiderio i temi più sviluppati.

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan Arte Fiera

Arte Fiera 2020
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Paratissima Art Fair

Interessante anche la nuova location: i Magazzini Romagnoli, destinati fino alla fine degli anni ’70 alla
lavorazione e allo smistamento di prodotti ortofrutticoli, hanno funto da sfondo neutro, ma accogliente.

Arte Fiera 2020
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Paratissima Art Fair

La proposta editoriale è stata invece affidata a Fruit Exhibition, fiera di pubblicazioni d’arte organizzata dall’Associazione Culturale Crudo. Il core della sua attività sono le edizioni cartacee e digitali indipendenti: libri d’artista, cataloghi, progetti di graphic design, periodici e zines.

L’arrivederci con PRS Srl Impresa Sociale no profit è solo temporaneo: ad aprile Paratissima farà tappa a Milano.

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

BooMING Contemporary Art Show

Buona la prima per BooMING Contemporary Art Show, fiera sorta dalle ceneri di SetUp Contemporary Art Fair ed ospitata nello spazio DumBO (Distretto Urbano Multifunzionale di Bologna).  31 gallerie nazionali e internazionali, 100 artisti suddivisi in due sezioni. La main section era dedicata alla tematica Climax, intesa come emergenza ambientale ed importanza di rappresentazione dei suoi molteplici fenomeni. Il solo show I FEMMINISMI, invece, invitava artiste di diverse provenienze e generazioni ad esporre opere significative: Letizia Battaglia, Silvia Levenson, MadMeg, i grandi nomi.

Non è mancata anche una nota di gossip: Luca Carboni, il noto cantautore, sviluppa la sua creatività anche sulla tela. Le sue opere, dalla contaminazioni afro, non mi sono dispiaciute.

Arte Fiera 2020
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Luca Carboni espone a BooMING Contemporary Art Show

Africa presente anche negli scatti di Massimo Bietti e Gabriele Zago.

Pro e contro di una Bologna Art Week al...bacio!! - Massimo Bietti
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Massimo Bietti

Degne di nota anche le creazioni del toscano Alessandro Sicioldr, presentate dalla bolognese Blu Gallery.

Una pecca?! Lo spazio DumBO è molto versatile, ma l’idea di occupare solo il piano terreno del capannone e l’allestimento generale hanno lasciato un senso di freddezza.

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

Art City

Veniamo dunque agli eventi sparsi per la città! Devo dire che l’offerta quest’anno è stata ricchissima.

Sabato mattina non mi sono potuta perdere l’art breakfast, una vera e propria colazione in galleria che ho deciso di fare alla P420 vistando la retrospettiva dedicata a Franco Vaccari, visitabile fino al 21 Marzo. Insomma brioche, caffè e quadri 😀

p420
Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! – Galleria P420

Imperdibile anche la performance di Romeo Castellucci. Il regista di Cesena è stato il protagonista dello special project di ART CITY Bologna 2020. La trama? Cinque fratelli sognano un futuro in cui l’arte e il nostro modo di vivere abbiano un impatto diverso da quello attuale sul genere umano. Inutile dire che i biglietti per assistere alle varie repliche sono stati esauriti in un batter d’occhio. Stupenda anche AGAINandAGAINandAGAINand, collettiva esposta al MAMbo e contenente i lavori di sette tra i più noti artisti contemporanei: Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul.  La retrospettiva, visitabile fino a Maggio, indaga il tema della ripetizione, analizzandolo da diverse angolazioni.

Arte da colazione fino a… cena ed oltre! La ART CITY WHITE NIGHT  ha permesso a decine di appassionati di scegliere fra una gamma vastissima di appuntamenti di ogni genere, ospitati nelle più diverse tipologie di spazi pubblici e privati, aperti fino alle 24.00.

Pro e contro di una Bologna Art Week al…bacio!! Art Nomade Milan

Le mie mete?!

Spazio Carbonesi (Silvia Camporesi Circular View), Labs Gallery (Partiture illeggibili), Galleria Forni (Giovanni Gastel My beautiful ladies), Palazzo Segni Masetti aperto al pubblico proprio in occasione dell’Art week.

Arte, buon cibo ed amici speciali: Bologna si è davvero conquistata un posto speciale nell’art agenda di Art Nomade Milan 🙂

Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale ;) Art Nomade Milan

Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale  Art Nomade Milan  Franciacorta outlet bansky

No, non si tratta di un nuovo temporary shop o dell’ennesima provocazione dello street artist più famoso al mondo. Scoprite assieme a Art Nomade Milan il progetto di Galleria Deodato Arte e Franciacorta Outlet Village

 

Chi dice Bansky….pare vinca un terno al lotto, di questi tempi!

L’artista “anonimo”, uno dei più famosi al mondo, attira sempre un vasto pubblico sia quando lascia tracce del suo passaggio in alcune delle città più famose al mondo (si pensi a Venezia), sia quando vengono organizzate in “suo onore” retrospettive più o meno autorizzate dal medesimo.

 

Franciacorta outlet bansky
Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale 😉 Art Nomade Milan

 

La mostra al Museo delle Culture di Milano, “A VISUAL PROTEST. The art of Bansky” è stata un successone in termine di incassi, risultato che auspicano anche gli organizzatori de “Il SECONDO PRINCIPIO di un artista chiamato BANKSY“, visitabile fino al 29 marzo al Palazzo Ducale di Genova.

Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale  Art Nomade Milan  Franciacorta outlet bansky

 

Franciacorta outlet bansky
Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale 😉 Art Nomade Milan

 

E se vi dicessi che, oltre ai luoghi più istituzionali, potete ammirare le opere dello street artist anche in un outlet village?!

Certo, potrebbe sembrare un controsenso esporre alcune delle sue creazioni, fortemente critiche verso il consumismo, in un luogo nato per lo shopping. In realtà un contesto del genere offre la possibilità ad un pubblico vastissimo di entrare in contatto con la poetica in Bansky, in forma del tutto gratuita.

Banksy takes Franciacorta” è il nome del progetto che unisce la Galleria Deodato Arte, da sempre al passo coi tempi in fatto di artisti rappresentati e di modalità espositive, e Franciacorta Outlet Village, la prima destinazione outlet della Lombardia.

Tutti i giorni, dalle 10.00 alle 20.00, sarà possibile ammirare circa 25 opere firmate in originale dall’artista, inserite in un allestimento curato da Domenico Franchi, scenografo noto a livello internazionale.

Sale Ends, Grannies, Choose Your weapon pink, inviteranno i visitatori a riflettere con ironia sul sistema dell’arte e sulla società.

Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale  Art Nomade Milan  

 

Franciacorta outlet bansky
Andiamo a trovare Banksy…al centro commerciale 😉 Art Nomade Milan

 

In realtà non è il primo progetto culturale che ha adottato come scenario i 190 negozi della destinazione commerciale.

La scelta di creare una mostra dedicata a Bansky è la naturale prosecuzione di un percorso votato all’arte contemporanea, iniziato nel 2015 con la retrospettiva dedicata a Christo e proseguito con Marco Lodola, Romero Brito, Tomoko Nagao, Mr Brainwash, Arnaud e Adeline Nazare-Aga.

D’altra parte il territorio della Franciacorta è intimamente legato alla storia ed alla cultura, soprattutto enogastronomica.

Il merito di questa iniziativa è quindi da attribuire a Deodato Salafia, proprietario dell’omonima galleria, ed al manager dell’Outlet, Gianluca Rubaga. 

Arte e shopping possono dunque andare a braccetto?

Secondo me questa è una buona partenza!

Attendo i vostri commenti in merito: avete tempo per rifarvi il guardaroba e gli occhi fino all’ 8 marzo 2020!

 

 

 

 

Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan

Albers MZ Wallace

Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan  Albers MZ Wallace

La Fondazione Josef e Anni Albers ha lanciato un progetto in partnership con il noto brand newyorkese MZ Wallace

 

Arte tessile, moda, Africa: tre parole magiche 🙂

Seguo da tempo le attività della Fondazione Albers: galeotta fu una conferenza all’Associazione Studio di Tessitura Paola Besana, quando Paola stessa mi consigliò di leggere il volume On Weaving, la “bibbia” dei textile artist.

Il secondo colpo di fulmine mi ha colta a Düsseldorf, quando ho scoperto che il  Kunstsammlung Nordrhein Westfalen esponeva un solo show di Anni Albers, mostra che poi avrebbe proseguito il suo percorso alla Tate Modern.

Una grande storia d’amore, quella tra Josef ed Anni, una storia d’arte, gli inizi al Bauhaus e la prosecuzione negli States, e una storia di tessile, vista la dedizione di Anni verso questa forma espressiva.

Solo in seguito, invece, ho scoperto l’impegno umanitario della Josef e Anni Albers Foundation a favore del continente africano.

Infatti i percorsi di residenza per artisti non si sviluppano esclusivamente negli Stati Uniti, ma anche in Senegal, precisamente nel villaggio di Sinthian.

Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan  Albers MZ Wallace

A cosa si deve questa scelta?!

Thread,  filo, così si chiama il progetto senegalese, si rifà ai due principi ispiratori dei coniugi Albers: Anni era convinta che si potesse “arrivare ovunque” anche “partendo da zero” e Josef credeva fermamente che perfino con “mezzi minimi” si potesse “ottenere il massimo effetto”. Thread non è solo una residenza per creativi, ma anche un centro culturale ed una fonte di approvvigionamento idrico per il villaggio.

Concetti quali “Occidente” e “mondo in via di sviluppo” vengono davvero messi in discussione.

Tra i partner dell’operazione spiccano la David Zwirner Gallery di New York e l’ONG Le Korsa, che si dedicata alla formazione ed aggiornamento di medici ed insegnanti che operano nell’Africa sub-sahariana.

Le Korsa è anche coinvolta nella nuova iniziativa targata Albers. La fondazione ha lanciato pochi mesi fa una collaborazione con il brand newyorkese MZ Wallace, i cui proventi andranno proprio all’ONG africana.

Il marchio di accessori è stato fondato nel 2000 da Monica Zwirner e Lucy Wallace Eustice, diventando velocemente sinonimo di uno stile di vita moderno, dinamico, senza dimenticare l’eleganza. MZ Wallace è da sempre attenta al sociale: la capsule collection creata per la Josef e Anni Albers Foundation è la nona iniziativa benefica portata avanti dalla società.

Nello specifico è stata creata una tote bag davvero speciale.

 

Albers MZ Wallace
Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan

 

Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan  Albers MZ Wallace

Di misura media, il design della Metro Tote incorpora citazioni sull’insegnamento e l’apprendimento sia di Josef che di Anni. L’esterno della borsa riporta la scritta: “Il buon insegnamento è più un dare delle domande giuste che un dare delle risposte giuste“. La citazione di Albers è stampata in “Kombinations-Schrift“, un sistema modulare di stencil disegnato da lui durante il periodo al Bauhaus. La stessa massima è stampata su una delle tasche interne, di fianco ad un’altra con una frase di Anni: “Gli studenti si preoccupano di scegliere la loro strada. Io gli dico sempre: “puoi andare ovunque partendo da ovunque”.

 

Albers MZ Wallace
Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan

 

Per celebrare gli “Homage to the Square” di Josef Albers la fodera interna e le tasche della tote sono in tre diverse tonalità complementari di rosso.

 

Albers MZ Wallace
J. Albers, Homage to the Square Tapestry, hand-woven Aubusson wool

 

Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan  

Il lancio del prodotto è avvenuto ad ottobre 2019. Una chiusura dell’anno del centenario del Bauhaus avvenuta in bellezza 🙂
La distribuzione continua tutt’ora nei negozi MZ Wallace ed online su mzwallace.com.

Ma, nello specifico, i fondi devoluti a Le Korsa per quale scopo sociale saranno utilizzati?

I proventi di questo progetto andranno ad una struttura senegalese, il Foyer de Tambacounda. Lì vivono oltre 135 giovani donne che hanno deciso di continuare a studiare. Se non fosse per il Foyer queste ragazze sarebbero spose bambine.  La struttura dipende interamente dalla ONG Le Korsa per il suo sostentamento.

 

Bauhaus e moda
Bauhaus e moda….per una buona causa! – Art Nomade Milan

 

Arte e fashion possono dunque unirsi in maniera davvero “elettrizzante” (thrilled), citando la parola utilizzata da Nicholas Fox Weber,  fondatore e presidente di Le Korsa oltre che direttore della Fondazione Josef e Anni Albers.

 

 

 

San Celso, Africa e arte: Mauro Brovelli si racconta

San Celso, Africa e arte: Mauro Brovelli si racconta

San Celso, Africa e arte: Mauro Brovelli si racconta

Ha esposto a Dicembre nella magnifica cornice dello Spazio San Celso, in Corso Italia 39: ora l’artista illustra la sua poetica in esclusiva ad Art Nomade Milan

 

Voi credete nel caso?

Intendo la coincidenza di elementi ed episodi fortuiti che, uniti, creano un percorso definito.

Alcuni lo chiamano destino, altri tύχη…Ecco, io un pochino ci ho sempre creduto e dopo aver visitato la mostra “Sincro” allo Spazio San Celso ancora di più.

Il protagonista della retrospettiva è stato Mauro Brovelli, classe 1977, nato in un piccolo comune nelle colline comasche. L’amore per le zone nascoste, i boschi ed i luoghi distanti dalla folla lo ha accompagnato anche nel trasferimento a Milano. La meta? Il corso di scultura all’Accademia di belle arti di Brera.

Ma Mauro non è semplicemente uno scultore: il suo percorso artistico lo ha portato ad interessarsi anche ad altre forme comunicative, all’arte multimediale, analitica, introspettiva e materica. Si è messo soprattutto ad indagare il presunto meccanismo di regolazione degli eventi, mossi da una sincronia concatenata di per sè insondabile.

Proprio da questa ricerca è nata “Sincro“, curata dalla bravissima Elisabetta Mero de lartquotidien.

Il titolo richiama il volume del 1952 di Carl Gustav JungSincronicità“. Ho avuto la fortuna di essere accompagnata nel percorso di visita direttamente dall’artista che mi ha illustrato la sua poetica e la concatenazione di eventi che hanno generato le opere in mostra, legate tra loro.

Tutto partiva dal corto digitale “Ulisse”, della durata di 5 minuti, interpretato da Cheik Hamalla. Ed ecco la prima scoperta: molte opere esposte richiamavano l’Africa!!

Vedete…i casi della vita 😉

L’idea di girare un video è partita da un blister dorato per cioccolatini trovato per strada: carta da alimenti che rivestiva la canoa sospesa al centro dello spazio. Ma procediamo con ordine.

San Celso Mauro Brovelli

San Celso Mauro Brovelli
“Arca Dorata”, 2017, canoa riprodotta con blister termoformati e ferro

L’artista ha deciso di produrre un video dove trasparisse il suo amore per i luoghi underground e ha scelto di coinvolgere il suo amico Cheik Hamalla. La trama parla di un ex soldato maliano che torna in Italia e decide di vivere distante da tutti, nella boscaglia, con solo lo stretto necessario, senza credo politico o religioso. Il suo amico fidato, un cane, lo accompagna: quasi una rivisitazione di “Into the Wild”. Per sostentarsi pesca e proprio durante le riprese, nei pressi del lago di Pusiano, ecco accadere la seconda coincidenza. Dopo la carta di cioccolatini, l’artista trova una canoa abbandonata…

In realtà altri elementi del copione sono “arrivati” in maniera causale: la rete da pesca stessa ad esempio.

Così, piano piano, la storia si è “montata” da sola, delineandosi grazie al caso.

Il ritrovamento della canoa ha fatto nascere in Mauro l’idea di progettarne una e, dopo la prova di diversi materiali, ha pensato di rivestirla proprio dei blister dorati che, scaldandosi, assumevano la forma adeguata.

La carta del cioccolato, entrata nel percorso artistico di Mauro quasi per magia, simboleggia un’estetica del dono, della festa, del lusso che ben si collega ad un’opera precedente, anch’essa inserita nel percorso espositivo.

San Celso Mauro Brovelli

San Celso Mauro Brovelli
“cakeB”, 2017, fusione in stagno

cakeB“, del 2017, rappresenta una torta saint honoré all’apparenza molto preziosa: come l’oro in cui è incartato il cioccolato anche l’argento di “cakeB” si rivela in realtà una fusione in stagno, materiale molto meno prezioso.

Comunicazione ingannevole, società dell’apparenza: il percorso di visita mi ha fatto riflettere su temi importantissimi per il nostro quotidiano.

Dunque un'”estetica fake” che caratterizzava “Arca Dorata” (2017, canoa riprodotta con blister termoformati e ferro), “cakeB”, ma anche i vetri stampati “Egitto1”, “Egitto2” ed “Egitto3”.

San Celso Mauro Brovelli
“Egitto1”, 2017, tecnica mista

Il ritrovamento di alcune foto rappresentanti un souq egiziano sono alla base di queste tre opere. In certi scatti si riconoscono suppellettili medio orientali dorati in linea con l’idea di un’estetica paradossale: le forme vengono smentite dal materiale di cui sono composte.

Unendo tutti gli scatti si poteva ricreare un’intera inquadratura del mercato, ma l’artista ha scelto non solo di ricomporlo, ma di aggiungere, in una sorta di collage, anche altri sfondi del Cairo. Un effetto davvero curioso. La volontà era quella di non creare una visione normale, quadrata, ma delle visioni ristrette da un elemento che non fosse una semplice cornice. Così l’artista ha pensato di utilizzare dei finestrini di un mezzo agricolo che aveva in studio. La coincidenza che un conoscente avesse una stampante per vetro ha fatto il resto.

San Celso Mauro Brovelli

Egitto
“Egitto2”, 2017, tecnica mista

Seguire gli accadimenti sincronici senza il principio di causa ed effetto con cui siamo soliti leggere la realtà occupa davvero tanto tempo: non puoi sapere con anticipo quando succederà qualcosa 😉

Così l’esposizione di San Celso si è sviluppata in un arco temporale piuttosto lungo, 3/4 anni, necessari per dare un fil rouge al tutto, arrivando ad un concerto di simbologie e concetti etici.

Simboli che si ritrovavano anche in “Archetipo 2”, una fusione in lega (stagno, piombo, zinco, bismuto) rappresentante una testa di pesce spada con in bocca due triglie.

pesce spada
“Archetipo 2”, 2017, fusione in lega

Il pesce spada è un sogno ricorrente dell’artista, al quale non è ancora riuscito a dare un significato preciso. Tutti i materiali “alchemici” con i quali è composto sono stati estratti da oggetti di scarto come i piombini per automobili.

La poetica di Mauro Brovelli si avvicina molto ai concetti di ready made, di objet trouvé: in chiusura dell’esposizione si trovava uno dei pezzi a mio giudizio più significativi.

“San Carlo” è un modellino di piroscafo trovato in un collegio abbandonato dedicato proprio al santo molto famoso in Lombardia. Cercando informazioni sulla struttura, l’artista è riuscito a reperire solo alcune cartoline, che ha acquistato online. Una volta arrivate ha scoperto che una di esse era stata scritta proprio da un certo Carlo…

Questa propensione ad indagare l’evolversi naturale degli eventi Mauro Brovelli l’ha sempre avuta. Negli anni passati si è dedicato molto all’indagine formale utilizzando tubi riempiti di colate di gesso: una fisica del tempo, dell’evoluzione casuale.

E dopo San Celso, quale sarà il suo percorso in questo 2020?!

“Per il futuro mi farò guidare dal caso: naturalmente non c’è altro modo. Ricomincerò l’indagine tramite le forme tubolari, le sculture sul tema della sincronicità e degli incroci, senza però tralasciare il format del video. Come vedi alla fine è tutto in divenire, tutto aperto….non c’è niente di deciso.”